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“Figlia del buio “ è un progetto che esplora con uno sguardo in soggettiva, le conseguenze della depressione
L’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) ”ha considerato la depressione come la principale causa di disabilità a livello mondiale e come uno dei principali fattori che contribuiscono al carico di malattia globale. La depressione femminile è emergenza in Italia e nel mondo e negandola, emarginandola diventa difficile curarla.
Mia mamma si è ammalata quando mia sorella ed io eravamo bambine, anch lei aveva una madre che soffriva di depressione. Durante la crescita ho acquisito una “depressione comportamentale”. La fotografia mi ha permesso di ritrarre la mia condizione psichica nelle sue infinite forme.
Attraverso le immagini ho provato a raccontare le sensazioni di un dolore che non si vede: i segni di questa malattia non sono manifesti, sono sotto pelle: risiedono nell’insonnia, nella paralisi, nell’inattività quotidiana, nella ricerca della solitudine per paura di non sentirsi compresi e accolti dal mondo esterno. Per anni ho cercato di rappresentare questo malessere attraverso la fotografia cercando un modo che andasse oltre l’aspetto visibile.
Le immagini sono sospese tra sogno e realtà formando degli spazi interiori fuori dal tempo che ho cercato di raccontare attraverso una simbologia che contrappone la realtà all’immaginazione, come nei buchi neri anche nella depressione il tempo non esiste: un vortice di frammenti ruota in un tempo immaginario che diventa luogo di rappresentazione teso a confortare quella mancanza di contenimento materno, trauma precoce e latente. Una nuova soggettività si crea, bambine spettrali si muovono cercando orizzonti, le ombre sono familiari, gli sprazzi di luce e di bellezza rinnovano contorni.
Il lavoro parte dal ricordo delle urla, della disperazione di mia madre, ricordo il suo viso scarnificato, ricordo la solitudine di noi bambine, la paura di dormire, l’immobilità di mia nonna e il buio circostante che continua a vivere nelle generazioni successive.
Come un’edema la depressione si espande, inarrestabile. I moti della mente descrivono un’onda dove luce e buio si rincorrono inseguendo un orizzonte vitale. Il mosso e lo sfocato che ho utilizzato sono rappresentazione di questo incedere precario e continuo, fatto di sbalzi di umore e di assenza di volontà.
PAESEItalia
ATTREZZATURAfujifilm X E2
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