ISO: cosa sono e come si gestiscono? Ecco tutto quello che dobbiamo sapere!
Quando cambiare il valore ISO
Il menu ISO offre i livelli di sensibilità visualizzati in stop interi o in terzi di stop. Oltre all’opzione ISO Auto che lascia che la fotocamera esegua la selezione al nostro posto. Possono esserci anche i livelli “espansi”. Se li vediamo in grigio, dobbiamo sbloccarli dal menu principale. Scegliamo i livelli più alti per aumentare la sensibilità e accedere così a tempi di scatto più veloci o diaframmi più chiusi. I casi in cui decidere di prendere in mano in prima persona l’impostazione ISO sono molti: vediamo alcuni esempi…
Evitare il mosso allo scatto
Il rischio di ottenere una sfocatura causata dal mosso allo scatto aumenta quando i tempi di posa si allungano oltre 1/focale. Per esempio, più di 1/100 di secondo con una focale equivalente pari a 100 mm. Alziamo gli ISO per accedere a tempi più rapidi.
Catturare dettagli minuti
Se vogliamo il massimo dettaglio, abbassiamo il più possibile il livello ISO. Rumore e relativa riduzione riducono la quantità di dettagli minuti visibili nell’immagine.
Scattare in interni o con poca luce
Se non usiamo il treppiede, alziamo gli ISO per evitare il mosso allo scatto o quello del soggetto. Stiamo sempre attenti a esporre correttamente. Se il risultato è buio e lo apriamo in fase di elaborazione, accentuiamo comunque la presenza di rumore.
Congelare soggetti in movimento
Se fotografiamo l’azione con un obiettivo con una massima apertura di diaframma relativamente buia (come f/5.6 o f/6.3), rischiamo di non ottenere tempi abbastanza veloci neppure in piena luce. A meno di non alzare il livello ISO.
Esporre a lungo
Per sfruttare gli effetti creativi di una lunga esposizione (foto in alto), chiudere il diaframma non basta. Dobbiamo impostare il livello ISO più basso disponibile.