19 Marzo 2021 di Redazione Redazione

Imparare a leggere l’istogramma è fondamentale per ottenere una perfetta esposizione dei nostri scatti. In questa rubrica scopriamo insieme come fare!

Un aiuto contro la sovraesposizione

Come precauzione aggiuntiva per evitare la sovraesposizione, possiamo attivare la funzione di avvertenza delle luci alte tagliate. Questa funzione in fase di revisione degli scatti fa lampeggiare le zone a rischio di essere bruciate. Alcune fotocamere offrono anche una “zebratura”, ereditata dalle videocamere, che fa la stessa cosa già in Live View.

Esponiamo a nostro gusto

Una volta capito cosa ci dice l’istogramma, possiamo regolare l’esposizione per ottenere l’effetto che vogliamo. Per esempio, alcuni soggetti hanno più atmosfera se sottoesposti (come nella foto in alto), mentre altri prendono un’aria leggera e positiva se sovraesposti. Se scattiamo in RAW, sperimentiamo in fase di conversione.

Istogramma e post-produzione

L’istogramma è una delle funzioni più utili della fotocamera, ma non dice sempre la verità. Tanto l’anteprima quanto l’istogramma sono basati su una versione JPEG, già processata, dello scatto, indipendentemente dal formato impostato. I file RAW hanno una gamma tonale più ampia rispetto ai JPEG, e permettono di recuperare aree che appaiono tagliate dall’istogramma. Vediamo qualche esempio.

1 – JPEG
L’istogramma è esplicito: le luci alte sono bruciate (il tracciato è tagliato a destra). Questo è un file JPEG e il problema non può più essere risolto. Abbiamo salvato quello che vediamo.

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2 – RAW
La versione RAW consente di recuperare parte del dettaglio perso nelle luci alte. L’istogramma è lo stesso del JPEG, perché al momento è visualizzato “come scattato” in Adobe Camera Raw.

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3 – Luci alte
È troppo tardi per cambiare i parametri di scatto, ma possiamo usare i cursori Esposizione (compensazione) e Luci per sfruttare i dati extra contenuti nel file.

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4 – Ombre
Se adesso il resto dell’immagine appare troppo buio, passiamo al cursore Ombre per ripristinarne la luminosità: il software selezionerà solo i toni scuri, per poi schiarirli.

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Se ti sei perso le puntate precedenti, scopri come leggere l’istogramma #3

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