30 Giugno 2021 di Redazione Redazione

In questa rubrica ti sveliamo tutti i segreti della fotografia di viaggio! Preparati a partire e a realizzare scatti perfetti per immortalare i ricordi più belli.

La fotografia di viaggio dalla A alla Z #4

come Note

Al ritorno a casa, è facile non ricordare dove è stato realizzato un particolare scatto. Se la nostra fotocamera è dotata di GPS, teniamolo attivo, così potremo ricorrere alle mappe online per ricostruire con precisione i luoghi dove abbiamo scattato.

Se non abbiamo il GPS, appuntiamoci cosa fotografiamo e dove, così riusciremo a identificare i soggetti delle immagini. Poiché giorno e ora sono incorporati nei dati di scatto, è sufficiente segnarci gli itinerari seguiti giorno per giorno. A casa, con calma, potremo abbinare percorsi e dati. Se non vogliamo portarci dietro un blocchetto, usiamo l’app di registrazione vocale dello smartphone!

come Ottiche

Se abbiamo la borsa piena di obiettivi, decidere quali portare e quali lasciare a casa implica molta capacità di previsione. Nessuno vuole perdersi uno scatto eccezionale solo perché ha l’obiettivo sbagliato. Quindi pensiamo bene a cosa è probabile che la nostra meta offra e cerchiamo di decidere di conseguenza. Se paesaggi e architetture rappresentano la principale attrattiva della nostra destinazione, copriamo soprattutto le focali più ampie. Se sono più probabili ritratti di persone, scatti di strada e dettagli, concentriamoci sui tele.

La maggior parte dei fotografi di viaggio non specializzati opta per ottiche zoom, per riuscire a coprire un’ampia gamma focale con pochi elementi. Zoom nelle fasce 10-20 mm, 18-70 mm e 70-300 mm rispondono a ogni esigenza con una fotocamera APS-C. 16-35 mm, 28-70 mm e 70-300 mm fanno lo stesso con una full-frame. In alternativa, se vogliamo  viaggiare davvero leggeri, procuriamoci un superzoom 18-270 mm, 16-300 mm o addirittura 18-400 mm! Le stessi leggi della fisica determinano una qualità ottica inferiore in questi versatili zoom “da viaggio”, ma il vantaggio è una borsa compatta e maneggevole.

come Persone

Dai ritratti posati agli scatti rubati, le persone sono il soggetto di viaggio più diffuso e ricercato. Qui sotto vediamo ad esempio la foto di Gabriele Pedemonte che ritrae un anziano indiano mentre fuma le caratteristiche “beedi”.

fotografia di viaggio

© Gabriele Pedemonte

Nelle mete turistiche più frequentate, può succedere che i locali si aspettino una qualche forma di pagamento per gli scatti posati, quindi armiamoci della valuta giusta per onorare lo scambio. Benché ormai le fotocamere siano onnipresenti nel mondo, ci sono ancora culture sensibili alla fotografia. Se scattiamo in modo evidente, mostriamoci educati e chiediamo sempre il permesso. Se i soggetti rifiutano, ringraziamo e passiamo oltre.

Se invece puntiamo a scatti rubati, la soluzione sono ovviamente i teleobiettivi. Ma stiamo attenti a non mantenere un contatto di sguardo con il soggetto quando abbassiamo la fotocamera. Ci tradiremmo e potremmo anche risultare offensivi. Per evitare incidenti, prima di abbassare la fotocamera portiamo lo sguardo su un edificio o un qualsiasi altro elemento sullo sfondo, dietro il soggetto. Continuiamo a osservarlo con interesse e tutti daranno per scontato che sia quello il nostro soggetto.

Quando rubiamo ritratti, impostiamo la massima velocità di avanzamento e scattiamo brevi raffiche in rapida successione. Riusciremo a catturare ogni minima fluttuante espressione e ridurremo il rischio che il soggetto chiuda gli occhi al momento sbagliato.

come Qualità

Davanti alla messe di nuove visioni che un viaggio offre sempre, potremmo essere tentati di scattare come mitragliatori impazziti. Ma riempire un archivio di istantanee raramente dà grandi soddisfazioni. Invece, ogni volta che scegliamo di cogliere un’occasione, cerchiamo di renderla speciale. Concentrarci su un solo scatto di grande qualità sarà sempre più gratificante che scattare centinaia di immagini essenzialmente inutili.

È vitale centrare il risultato già allo scatto – e la disciplina ci aiuterà a migliorare come fotografi. Chiediamoci quale aspetto vogliamo dare al risultato finale. Decidiamo poi quale obiettivo usare, come esporre e se sia il caso di ricorrere a filtri o magari al treppiede. Una decisione dopo l’altra, arriveremo a concretizzare la nostra visione.

come RAW

Tutte le reflex e le mirrorless offrono la scelta di questo formato. Il file RAW (letteralmente “grezzo”) contiene i dati così come sono stati raccolti dal sensore, senza alcuna elaborazione interna. In fase di conversione permette di regolare parametri come colore, contrasto, nitidezza e persino esposizione per arrivare al miglior risultato possibile. La conversione avviene in software come Lightroom o Adobe Camera Raw. Con un minimo di pratica, possiamo arrivare a produrre immagini molto migliori rispetto ai JPEG compressi elaborati dalla fotocamera.

Se non abbiamo confidenza con le tecniche di conversione e ci sentiamo più sicuri con il JPEG, può essere utile salvare in formato RAW + JPEG. Useremo più spazio sulla scheda di memoria, ma otterremo normali JPEG a uso immediato e file RAW su cui lavorare quando avremo fatto un po’ di esperienza.

Oltre al peso in termini di memoria, l’unico svantaggio del formato RAW è il tempo che richiede per l’editing dei file. Anche se sembra uno spreco per le istantanee e le “foto ricordo”, vale comunque la pena di investire quei pochi minuti al computer, perché possono davvero trasformare un’immagine. La conversione RAW non serve solo a ottenere la miglior qualità possibile, ma anche a ricreare l’aspetto che volevamo quando abbiamo scattato. Da colori super saturi a bianchi e neri ad alto contrasto, il processo RAW offre la strada migliore per arrivare alle immagini che vogliamo.

come Scenari

Che siano scorci urbani o paesaggi bucolici, le vedute della nostra meta avranno una parte importante nel nostro portfolio di viaggio. Quando inquadriamo, pensiamo con oggettività all’immagine e valutiamo cosa possiamo dare all’osservatore invece che scattare come facciamo sempre, con uno stile predefinito. Cadere nella trappola di documentare i luoghi anziché comporli in modo ragionato è fin troppo facile. Per non ritrovarci con una scheda di memoria piena di wallpaper, e non di vere immagini, lavoriamo alla ricerca di angolazioni e punti di vista ricchi di interesse, anche in primo piano.

Pochissimi paesaggi funzionano senza un’“àncora” che guidi lo sguardo nella scena, quindi cerchiamo sempre dettagli che possano assolvere questa funzione. In ambito naturale, può essere necessaria un po’ di attesa, ma, come nel caso dell’arcobaleno nella foto in alto, ne vale assolutamente la pena!

come Treppiede

Portiamolo con noi durante ogni uscita: è l’arma più creativa del nostro arsenale. È lui a rendere possibili scatti nitidi, lunghe esposizioni, composizioni curate al millimetro o ampia profondità di campo. Niente può sostituirlo.

Molti fotografi ne sopportano male il peso, l’ingombro e in generale il fastidio di portarselo dietro. Se siamo tra questi, non chiediamoci quale modello di treppiede ci possa essere più utile, ma quale siamo davvero pronti a considerare un accessorio standard. È chiaro che i modelli più solidi e versatili sono anche i più grossi. Ma esistono alternative più leggere e compatte.

Un mini-treppiede è così piccolo e leggero che ci accorgiamo a stento di averlo in borsa. Stiamo solo attenti che possa reggere il peso di fotocamera e obiettivo. Per guadagnare altezza, dovremo appoggiarlo su qualcosa, ma ci basteranno un tavolo, un muretto o un’auto per risolvere il problema.

Il passo successivo è un treppiede “da viaggio”, una versione più corta e leggera di un modello normale. Possiamo usarlo anche da solo, ma, di nuovo, verifichiamo che regga davvero il peso della fotocamera sia in orizzontale sia in verticale.

Scelto il treppiede, se abbiamo problemi di spazio in valigia, non ci resta che decidere cosa debba restare a casa per fargli posto – come cambi di abito o scarpe. Una volta sul luogo, infine, portiamo il treppiede sempre con noi. Non serve a molto se lo lasciamo in hotel. Impariamo a considerarlo un’estensione della fotocamera, più che un semplice accessorio opzionale. Non ce ne pentiremo!

 

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