3 Luglio 2021 di Redazione Redazione

In questa rubrica ti sveliamo tutti i segreti della fotografia di viaggio! Preparati a partire e a realizzare scatti perfetti per immortalare i ricordi più belli.

La fotografia di viaggio dalla A alla Z #5

U come Unicità

Paesaggi e monumenti famosi vengono fotografati da tutti, migliaia e migliaia di volte. È naturale desiderare di riportare a casa una veduta classica. Ma la sfida interessante è cercare un’interpretazione nuova.

fotografia di viaggio

Burano © Marta Quintavalle

Possiamo fondare la nostra visione su un approccio tecnico, magari usando un obiettivo insolito come un fisheye (come ha fatto Marta Quintavalle nella foto qui sopra). Oppure artistico, per esempio riducendo la profondità di campo, o dividendo il soggetto in tre inquadrature che vadano a comporre un trittico. Un trattamenti artistico più immediato potrebbero poi essere la ricerca di scene in controluce per catturare un’interessante silhouette.

V come Veicoli

I modi in cui le persone si spostano da un luogo all’altro offre visioni affascinanti di cosa differenzia le culture. Scene di strada e momenti quotidiani legati ai trasporti sono molto coinvolgenti perché chiunque guardi le immagini è indotto a confrontarle con le proprie esperienze di vita. Quando esploriamo un luogo nuovo, osserviamo il modo in cui si muove e viaggia la gente.

Dalle biciclette olandesi agli stracarichi camioncini nepalesi, i veicoli sono spesso espressione di inclinazioni culturali e costituiscono un soggetto splendido per uno studio documentaristico. Quando li fotografiamo, ricordiamo di includere nell’inquadratura anche l’ambiente, in modo da raccontare anche contesto e storia dell’immagine.

W come WB (bilanciamento del bianco)

Il bilanciamento del bianco (White Balance, WB) controlla la resa della temperatura del colore di una scena. E può creare dominanti che vanno dagli azzurri freddi all’ambra dorato, a seconda dell’impostazione. Affidarsi all’impostazione automatica è comodo, ma questa viene influenzata anche dai colori presenti e può neutralizzare le dominanti naturali di alba o crepuscolo, “spegnendo” i risultati.

Se scattiamo in JPEG, usiamo l’impostazione predefinita più adatta alle condizioni (luce diurna, interni, ecc). Se lavoriamo in RAW, niente ansia: potremo regolare il bilanciamento del bianco in fase di conversione.

X come Raggi X

I fotografi di viaggio avevano buoni motivi per temere i controlli ai raggi X degli aeroporti, perché ripetute esposizioni rischiavano di “velare” i rullini – soprattutto se si trattava di pellicole sensibili a ISO alti. Oggi, non c’è più motivo di preoccuparci. Né le fotocamere digitali né le schede di memoria sono influenzate dagli scanner. Le nostre immagini sono stringhe di codici digitali e non hanno più nulla di fotosensibile, quindi non sono suscettibili alle radiazioni dei raggi X.

come You!

La parte più emozionante di un viaggio è il fatto stesso di farlo, di essere lì. Non dimentichiamo di documentare il nostro coinvolgimento, insieme a quello di amici o familiari. Un ritratto o un autoritratto, anche “indiretto” come nella foto scattata da Nico Ruffato (in alto), è un soggetto più che valido, che sia per i posteri, per un profilo Facebook o per ricordarci per sempre di un momento magico.

come Zebra

No, non parliamo del simpatico animale, ma del termine informale per indicare l’avvertenza delle luci alte “tagliate”. È una modalità di visualizzazione che indica i punti e le aree in cui i toni più luminosi perdono ogni dettaglio e scivolano nel bianco puro. La modalità zebra è uno strumento prezioso per arrivare a una buona esposizione. Con l’immagine sul display, scorriamo le diverse opzioni di visualizzazione fino ad attivare l’avvertenza. Vedremo lampeggiare le zone interessate in un’alternanza di bianco e nero (ecco perché si dice “zebra”).

Anche se le prime volte può risultare una distrazione fastidiosa, conviene abituarsi e tenere sempre l’avvertenza attiva. Se bruciamo le luci alte al momento dell’esposizione, non potremo fare più niente per recuperarle. Se la zebra ci avvisa, invece, potremo scattare di nuovo, applicando stavolta una compensazione negativa (ad esempio di -0.5 o -0.7EV).

In post-produzione, se necessario è possibile recuperare un minimo dettaglio nelle ombre, quindi se esponiamo per salvare le luci alte ci diamo le migliori chance di successo per arrivare a un’esposizione valida e completamente corretta. Seguiamo le zebre, e tutto andrà bene!

 

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