11 Agosto 2019 di Vanessa Avatar

Anche se non ce accorgiamo, il nostro sguardo è naturalmente guidato dalle linee all’interno di una scena. Studi psicologici hanno dimostrato che i nostri occhi riconoscono le traiettorie che collegano un punto a un altro perciò, come fotografi, possiamo servircene a nostro vantaggio nella composizione di una scena. Un’inquadratura che contenga linee chiaramente riconoscibili, infatti, può condurre lo sguardo verso il nostro soggetto. Si tratta di uno strumento visivo semplice ma molto efficace. Se ci guardiamo intorno, vediamo traiettorie ovunque: linee costruite dall’uomo in strade, muri o edifici, ma anche linee naturali costituite dai fiumi, dagli alberi e dall’orizzonte. Tuttavia, se c’è un luogo dove sicuramente troveremo linee interessanti, è la costa: non solo la separazione fra terra e mare crea uno dei tratti più definiti possibili, ma c’è anche una serie di traiettorie tracciate dall’uomo con i moli e i pontili che offrono innumerevoli spunti a un osservatore attento. Le traiettorie sono un modo efficace per rendere essenziale una composizione ma non sono il solo: per semplificare un paesaggio marino, un metodo molto diffuso è sfumare l’acqua, trasformando il mare increspato in una superficie liscia come la seta, mentre l’assenza di dettaglio nell’acqua contribuisce a rinforzare le linee portanti e le forme della composizione.

Le traiettorie nel paesaggio

Basi della composizione:

  1. TREPPIEDE. Anche se possiamo scattare questa foto a mano libera, un treppiede ci permetterebbe tempi di posa più lunghi: dobbiamo ricordarcene quando fotografiamo l’acqua in movimento, perché ci dà modo anche di riflettere con calma sull’inquadratura.
  2. LINEE FORTI. Possiamo trovare linee forti in qualunque scenario. Un sentiero o una strada funzionano particolarmente bene, soprattutto se conducono a un elemento interessante.

  3. GRANDANGOLO. I grandangoli sono utili in tutti i generi di paesaggio. Se c’è in campo una traiettoria forte, un grandangolo può contribuire a esasperarne la prospettiva facendo convergere le linee di fuga verso un punto lontano.

  4. PUNTO A FUOCO. La profondità di campo dietro il punto a fuoco è doppia rispetto a davanti, quindi mettiamo a fuoco a un terzo della distanza tra il punto più vicino e quello più lontano e chiudiamo il diaframma per tenere a fuoco tutta la scena. Per maggiore precisione, usiamo il Live View e ingrandiamo.

  5. FILTRO ND. Un’esposizione lunga trasformerà un mare increspato in morbida seta, ma per questi tempi di posa serve un ND denso. Questo riduce la luce che passa dall’obiettivo, consentendo una posa lunga.

  6. IMPOSTAZIONI DELLA MACCHINA. Con un filtro ND (specialmente quelli molto densi) l’esposizione con l’esposimetro può essere fuori gioco, quindi scattiamo in Manuale. 100 ISO e diaframma f/16, scattiamo una foto di prova e correggiamo il tempo di posa fino a quando siamo soddisfatti.

 

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