18 Aprile 2020 di Redazione Redazione

Vitec guarda al futuro con positività puntando sulla creatività e la trasformazione digitale.

IL FOTOGRAFO prosegue nella sua iniziativa incontrando – virtualmente, certo –  le aziende del nostro mondo, il mondo della fotografia e della tecnologia. Nelle nostre videochiamate, chiediamo loro come stanno affrontando questo momento,  ma soprattutto di condividere con noi cosa loro hanno messo in campo per motivare noi fotografi e/o appassionati di fotografia a non perdere lo spirito, la creatività e la curiosità che ci contraddistingue.
Ecco cosa ci ha detto Marco Pezzana, CEO di Vitec Imaging Solutions.
La fotografia anche in un periodo di emergenza si è distinta come media che unisce e come codice di comunicazione universale, cosa ne pensi? Oggi più che mai è sentito il bisogno di rimanere connessi, sentirci parte attiva del tessuto sociale ed essere in costante contatto con amici e conoscenti, ma più in generale anche con tutti coloro che vivono un’esperienza simile alla nostra. La fotografia costituisce un forte elemento di testimonianza della contemporaneità ed è al contempo un grande veicolo di ispirazione e di unione, specie in questi momenti che impattano fortemente sulle emozioni e sul comportamento delle persone in un modo che non avremmo potuto immaginare. Pensiamo al servizio appena uscito su The Times, in cui importanti fotografi hanno reinterpretato grandi spazi urbani come aeroporti o piazze, normalmente luoghi di aggregazione, oggi diventati spazi deserti e stranianti. La fotografia diventa simbolo e testimonianza del momento e lo fa parlando un linguaggio che ci unisce tutti. Allo stesso tempo l’utilizzo di internet e dei canali social è cresciuto del 70% nelle ultime settimane e, com’è noto, la creazione e la condivisione di contenuti su questi mezzi coinvolge principalmente le immagini. Questo risponde a un bisogno di socialità, un modo per non sentirsi ulteriormente isolati nonostante il distanziamento che siamo tenuti a rispettare. In questo periodo complesso la fotografia assume pertanto anche un ruolo di “facilitatore” della socialità, un vettore in gradi di ispirare, convogliare e soprattutto condividere idee e sentimenti.
Cosa ti piacerebbe dire ai fotografi? In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo ci sono almeno due elementi imprescindibili per guardare al futuro con positività. Il primo è la creatività, un patrimonio inesauribile sempre a nostra disposizione, specie in Italia dove rappresenta un tratto determinante del nostro carattere nazionale. La creatività, associata all’innovazione, ci consente di ripensare alcuni schemi ai quali eravamo abituati, rivedere la nostra offerta, i modelli di business e la maniera in cui improntare le relazioni. Quando un evento imprevedibile ci colpisce, il cosiddetto cigno nero, è proprio grazie alla creatività e all’innovazione che possiamo ottenere quella spinta in grado di generare nuovi modelli che ci consentiranno di uscire dalla crisi. Non è un caso se realtà come AirBnB e Uber sono nate proprio a seguito della crisi finanziaria del 2008. Il fatto di lavorare in Smart Working, per un’azienda diversificata e articolata su diverse facilities come la nostra ci ha costretti, anche in senso positivo, a rivedere e ripensare i metodi di lavoro e i processi. Il secondo elemento riguarda il processo di trasformazione digitale che sta ovviamente ricevendo un’accelerazione impetuosa in questo periodo. La crescita di piattaforme per l’editing in cloud delle immagini, di condivisione dei propri lavori, ma anche di ricerca di committenti possono costituire un’opportunità per riformulare l’offerta del fotografo professionista. Per il fotografo appassionato, invece, la crescita di piattaforme di e-learning e le opportunità concesse dai social media costituiscono un volano per migliorare le proprie competenze e condividere le proprie creazioni con altri appassionati di tutto il mondo.
Qual è il desiderio più emozionante per quando sarà passato questo periodo? Come CEO e come persona, il desiderio più grande è quello di riabbracciare tutti i colleghi e gli amici, non appena l’isolamento sarà terminato e ritrovarci nuovamente a creare e produrre assieme, negli stessi luoghi che ci hanno sempre visti fianco a fianco prima di questa emergenza.
Cosa pensi abbia bisogno il mercato fotografico da una azienda come la vostra in questo momento? In primo luogo ritengo sia fondamentale dimostrare di essere un’azienda che ha a cuore la salute, la sicurezza e la serenità dei propri dipendenti. Per questo abbiamo elaborato un piano aziendale a tutela dei nostri collaboratori, che ha previsto la chiusura temporanea delle facility, la messa in sicurezza di tutte le strutture produttive e l’attivazione di modalità di smartworking. Allo stesso tempo, il management ha ridotto i propri stipendi, convertito la compensazione variabile in azioni e sospeso il pagamento dei dividendi così da poter finanziare un programma di integrazione della CIGO e rendere meno onerosa la sospensione delle attività per i nostri dipendenti. Garantite le condizioni di sicurezza ci siamo impegnati per mantenere attivi i nostri servizi e il dialogo con i clienti: il nostro canale di e-commerce è sempre attivo, così come il customer service ed alcuni dei nostri maggiori business partners in grado di operare tramite piattaforme evolute di e-commerce. Considerando un’altra prospettiva, credo sia inoltre importante per un’azienda del nostro settore offrire vicinanza e opportunità di condivisione e ispirazione, proprio per rispondere a quel grande bisogno di socialità che appartiene a tutti noi. Da alcuni anni il nostro programma di social responsability Picture of Life, che promuove la fotografia come veicolo di riscatto sociale è un asset fondamentale delle nostre iniziative di comunicazione. Per questo attraverso i canali social dei nostri brand siamo costantemente in contatto con la nostra community, con la quale condividiamo le stesse passioni e valori, creando opportunità di apprendimento e ispirazione, offrendo input ai professionisti su come gestire ed evolvere il proprio modello di business, stimolando la creatività e la condivisione di contenuti, perché nessuno si senta mai veramente isolato.
La community dei fotografi è molto attiva anche in un periodo così complicato, in che modo rimanete “virtualmente” vicini ad appassionati e professionisti? I social network e le piattaforme digitali ci consentono non solo di rimanere costantemente in contatto con la nostra community, ma anche di attivare una serie di iniziative a valore aggiunto, proprio per trasformare un periodo difficile in un’opportunità. Tra le varie proposte che abbiamo messo in campo, c’è la partnership con l’Ambassador Manfrotto Karl Taylor, il quale ha attivato una serie di corsi di fotografia gratuiti sulla sua piattaforma di e-learning, così come la partnership con il software di photo editing Skylum, che offre alle community Manfrotto, Lowepro e Gitzo una prova gratuita della nuova app Luminar 4 per 90 giorni. Un’altra bellissima iniziativa, più legata ai principi ispiratori di Picture of Life, nella quale crediamo molto, è quella che vede Manfrotto al fianco di BOOM, la giovane tech company italiana che fornisce servizi fotografici on demand mettendo in contatto fotografi freelance e aziende di tutto il mondo, insieme abbiamo lanciato il contest internazionale “Inside Out”, che invita i fotografi a raccontare con i loro scatti l’emergenza Covid-19. L’obiettivo è dimostrare che la creatività è più forte del virus e utilizzare la fotografia per creare un racconto di questa situazione da più angolazioni. La nostra community è fatta però non solo di fotografi professionisti e appassionati, ma anche di tanti giovanissimi content creator: per questo prosegue la campagna JOBY “The Song of Us”, che ha avuto in poche settimane più di 5 miliardi di views su TikTok, con un nuovo invito a liberare la propria creatività da casa e a raccontare e condividere le proprie storie anche durante il lockdown, restando connessi. Infine, non possiamo dimenticarci anche del mondo video, per questo a breve con il nostro brand Syrp abbinato a Manfrotto video lanceremo il primo “Four Walls Film Festival”, un vero e proprio contest per premiare i migliori film girati tra le proprie mura di casa.
Il virus ha cambiato le abitudini, ad esempio ha fatto scoprire anche in Italia i vantaggi dello smart work, come cambierà, se cambierà, secondo te il mondo della fotografia? Gli esperti ci stanno dicendo che Covid-19 sta trasformando la nostra vita e che il nostro modo di vivere cambierà anche nella fase di ricostruzione. Sicuramente il modo digitale ci  permette di arricchire  la nostra esistenza di contatti e informazioni, abbiamo visto la potenza delle immagini sui social network nel racconto di quanto sta succedendo. Anche nella fase di recovery il digital sarà fondamentale: il mondo della fotografia già da tempo ha intrapreso un percorso di digitalizzazione, al quale questa situazione imprimerà sicuramente una notevole accelerata, trasformando un trend in una realtà affermata. Piattaforme di e-learning e di condivisione online dei propri lavori creativi, così come le nuove start-up che facilitano collaborazione a distanza e, attraverso la disintermediazione, favoriscono il contatto tra domanda e offerta generando nuove opportunità di business entreranno a far parte della nostra quotidianità. Da una crisi nascono sempre nuove opportunità e il settore dell’imaging non può permettersi di farsi trovare impreparato: insieme, content creator e aziende, dovremo essere pronti a coglierle, rivedendo i nostri schemi consueti e abbracciando nuove modalità di lavoro.

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