23 Settembre 2019 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

A Matera inaugura Visions from Europe, mostra fotografica a cura di Francis Kohn e Cosmo Laera, frutto di un importante progetto culturale promosso da Canon Europa insieme a Matera European Photography e Matera Diffusa. Dal 20 settembre al 22 ottobre, presso il Museo della Fotografia Pino Settanni – Palazzo Viceconte, si potranno ammirare centocinquanta fotografie realizzate da cinquantasei studenti e insegnanti provenienti dalle scuole di fotografia di ventotto Paesi Europei, ospitati in Basilicata per una residenza artistica tra aprile e luglio 2019. Studenti e insegnanti, ciascuno con la propria sensibilità e il proprio approccio artistico, hanno dato vita a immagini che raccontano Matera e il suo territorio – non solo negli aspetti più noti ma anche in quelli più nascosti – rivelando i diversi volti della città, Capitale della Cultura 2019.

Visions from Europe: il supporto di Canon

Per realizzare le immagini in mostra, i partecipanti al progetto hanno avuto a disposizione una fotocamera Canon EOS RP e ottiche RF, ossia la più recente tecnologia fotografica Canon. Alessandro Stanzani, Executive Vice President di Canon Imaging Technologies & Communications Group, Europe, Middle East & Africa, ha commentato: «Canon crede e investe nel talento dei giovani. Matera è parte di un progetto più ampio dove l’impegno di Canon è quello di aiutare talenti emergenti che hanno deciso di spendere la loro vita nella fotografia».

Visions from Europe: oltre gli stereotipi

Durante l’inaugurazione, Cosmo Laera, curatore della mostra, ha dichiarato: «Questa mostra parla della gente, della cultura dei giovani e di tutto quello che accade in una città che è condizionata dalla presenza delle bellezze del territorio ma che, allo stesso tempo, vuole andare oltre gli stereotipi». Gli fa eco Mario Calabresi, autore di uno dei contributi del catalogo: «Matera è il luogo italiano che negli ultimi cinquant’anni è più cambiato, è stato capace di rinascere. Molto spesso però l’immagine che viene data di Matera è un po’ finta, da cartolina. Aver preso ventotto sguardi diversi da tutta Europa e ventotto linguaggi diversi e aver dato una testimonianza di quello che è il tessuto sociale mi sembra la cosa più intelligente che si potesse fare in un momento che rimarrà nella storia».
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