18 Gennaio 2019 di Vanessa Avatar

Charles Fréger Fabula

Giorgio Armani è lieto di annunciare la nuova mostra di Armani/Silos, dedicata al lavoro del fotografo Charles Fréger. Intitolata Fabula, la retrospettiva documenta l’estensione e la profondità di una ricerca antropologica che si focalizza su diverse comunità,gli individui che le compongono e i codici di abbigliamento che adottano per far parte del gruppo. La mostra ha aperto il 12 Gennaio durante la settimana della moda uomo di Milano e durerà fino al 24 Marzo 2019. L’intero piano terra di Armani/Silos farà da sfondo a oltre duecentocinquanta immagini: un ampio repertorio dell’opera fotografica di Fréger, dalla serie dei nuotatori di pallanuoto – Water Polo – dell’anno 2000 alle immagini più recenti come quelle della serie Mardi Gras Indians, scattata nel 2016. L’allestimento creerà un dialogo tra i diversi gruppi di immagini attraverso un modello visivo  in cui i ritratti fotografici coesistono con le uniformi e l’accento è posto sulla crescente componente teatrale nell’opera dell’autore. La selezione include ritratti della squadra di pattinaggio su ghiaccio finlandese (Steps), immagini dei giovani lottatori di Sumo (Rikishi) e degli eserciti europei e delle loro uniformi di rappresentanza (Empire), foto di soldati Sikh (Sikh Regiment of India) e degli elefanti di Jaipur (Painted Elephants), fino alle serie salienti di Wilder Mann e Yokainoshima, dedicate alle maschere tradizionali inserite in un contesto rurale. Ogni comunità ha il suo codice, ma il principio guida dietro l’impulso di esprimere appartenenza attraverso l’abbigliamento è in qualche modo comune. Le immagini di Fréger evidenziano questo aspetto.

Charles Fréger Fabula: stile cristallino e diretto

Adottando uno stile cristallino e diretto ma mantenendo uno sguardo empatico sui soggetti, Charles Fréger esplora i codici vestimentari di gruppi sia piccoli che grandi, concentrandosi sugli strati esterni – abiti, maschere. La ricerca del fotografo è espansiva: parte dal piccolo e dal locale per allargarsi nel corso degli anni fino a raggiungere una dimensione universale. Che si tratti della cuffia bianca del nuotatore, o delle maschere rituali indossate in tutto il mondo – Europa, Giappone, America Centrale e Meridionale – Fréger è interessato al modo in cui gli uomini affrontano paure profonde ed esprimono il bisogno o la volontà di appartenere. Il suo lavoro costruisce una codificazione progressiva di segni ed evidenzia il potere degli abiti come mezzo di comunicazione non verbale. Ciò che rende il lavoro così sorprendente è il coinvolgimento del fotografo con i soggetti. Charles Fréger arriva a prendere parte attiva, talvolta, nel mascheramento e nel travestimento, per comprendere appieno ciò che sta studiando. Tale sforzo umano si traduce in immagini potenti e oneste che catalogano con accattivante vivacità la ricchezza visiva del genere umano.
“La vitalità del colore è ciò che inizialmente ha attirato la mia attenzione sul lavoro di Charles Fréger. Quel colore, tuttavia, non è un puro espediente visivo, ma una rappresentazione di energia umana. Come stilista di moda, so che l’abbigliamento ha un enorme potere simbolico: Fréger ce lo ricorda costantemente, scavando gli aspetti più profondi del vestirsi come modo di comunicare. Sono molto felice di ospitare questa mostra all’Armani/Silos” , afferma Giorgio Armani. “Esporre all’Armani/Silos è un’occasione per presentare le mie serie fotografiche dal 2000 a oggi in uno spazio stimolante. Si ha l’impressione di visualizzare il succedersi delle immagini per capitoli, come se fosse la sublime architettura del Silos a dare ritmo alla mostra. C’è una sensazione di tempo ed evoluzione, una conversazione tra le stanze, i muri di cemento grigio e l’illuminazione precisa che danno il miglior risalto possibile al colore delle mie fotografie. Un’eco che crea un dialogo tra le eleganti silhouette di Armani/Silos e le uniformi, i costumi e le maschere rappresentati nelle fotografie”, afferma Charles Fréger. L’artista è nato a Bourges, in Francia, nel 1975, e si è diplomato alla Rouen School of Art nel 2000. Il suo lavoro si concentra sulla rappresentazione poetica e antropologica di gruppi sociali come atleti, collegiali e forze armate, con attenzione su ciò che indossano, intendendo l’uniforme come la manifestazione più evidente del gruppo stesso. Fréger si concentra sull’esuberanza e su situazioni più modeste. Ha pubblicato numerosi libri ed esposto in importanti festival di fotografia, in diversi musei e gallerie in Europa, Asia e Stati Uniti.

 

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