Scopriamo il portfolio di Dimitar Harizanov che, dall’alto dei cantieri milanesi, ritrae una città inedita e caleidoscopica.

24 Settembre 2022 di Redazione Redazione

Tra i portfolio inviati alla Redazione, oggi vi presentiamo quello di Dimitar Harizanov dal titolo “DI High View”, che trovate anche pubblicato sul n. 337 de IL FOTOGRAFO.

Il portfolio di Dimitar Harizanov

Racconta l’autore: «Il mio mestiere è quello dell’operatore su corde, incaricato di valutare il rischio con test sulle facciate, sui grattacieli, sulle piattaforme petrolifere, sulle pale eoliche, nelle zone militari. Durante il mio lavoro sui grattacieli indosso un’imbracatura con un peso che va dai 10 ai 25 chili. A volte porto con me la macchina fotografica perché appena ho un secondo libero ne approfitto per scattare».

«Fino ad ora a Milano ho scattato più di cinquecento fotografie che presentano una città fantastica, mettendo a fuoco le sue luci meravigliose e il suo spirito di un grande metropoli. Per noi “fotografi su corde”, il primo piano è sempre l’ultimo e l’ultimo piano è sempre il piano terra».

portfolio
DI High View di Dimitar Harizanov

«Partendo da questa prospettiva vedo un mondo completamente diverso, con riflessi inediti e geometrie paragonabili a quelle di un disegno. Punti di vista che non possono essere ripresi da nessuna postazione se non dalla mia, quando mi arrampico sulle corde, fotografando architetture che nessuno ha mai visto in quel modo».

«Ispirandomi a Charles Ebbets, ho iniziato a osservare tutto e a fotografare dall’alto, definendo il mio stile DI.H.V. (DI High View), perché per realizzare queste immagini ho bisogno di tre elementi: altezza, materiale riflettente, geometrie architettoniche».

Il commento della Redazione

Come il noto fotografo Charles Ebbets, Dimitar Harizanov ha senza dubbio il coraggio e l’audacia di compiere azioni ad alto rischio. Il primo, autore della ben nota Pranzo in cima a un grattacielo, ha documentato negli anni Trenta la costruzione del World Trade Center, sfidando l’altezza dell’edificio che ha modificato per sempre lo skyline di New York.

Il secondo, facendo tesoro dell’esperienza del passato, dall’alto dei cantieri milanesi ritrae una città inedita che osserva da prospettive a piombo attraverso i riflessi di grandi e luminose vetrate.

Tuttavia, a distinguere il punto di vista del giovane e temerario fotografo bulgaro è la visione che divide lo spazio urbano in due parti, una reale, l’altra riflessa. Il risultato ricorda l’effetto optical del caleidoscopio che, grazie a due specchi piani disposti ad angolo e a due dischi di vetro entro i quali si trovano pezzetti di vetro colorati, permette di osservare dentro un cilindro i riflessi di disegni simmetrici e variabili.

Il principio della riflessione delle immagini è anche alla base del progetto di Dimitar Harizanov, in cui al posto dei pezzetti di vetro del caleidoscopio troviamo pezzetti di città, palazzi e strade visti dall’alto, tutti disposti nell’inquadratura come piccolissime pedine.

Per osservare e comprendere i soggetti di questa sorprendente serie fotografica serve un cambio di prospettiva radicale sulla città. Solo con una nuova inclinazione dello sguardo si può comprendere quel giocoso meccanismo di creativa spontaneità che sottende ogni singola immagine di DI.H.V.

«Le mie fotografie nascono dal cielo e finiscono con la terra – scrive l’autore a proposito del suo personalissimo approccio allo strumento fotografico –. Con il mio lavoro rincorro geometrie variabili che assomigliano a soggetti che non esistono nella realtà».

a cura di Michela Frontino

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