Tra i portfolio condivisi dalla nostra Community di fotografi oggi vi proponiamo quello di Lorenzo Vitali dal titolo “La memoria del corpo femminile. Archetipo della bellezza”. Lo trovate anche nel n. 336 de IL FOTOGRAFO.
Il portfolio di Lorenzo Vitali
Scrive l’autore: «Cristallizzare la bellezza femminile, idealizzazione di un archetipo, anche quando è solo accennata da un’impronta sul muro quasi come i calchi di Pompei o le ombre di Hiroshima. Una memoria della bellezza che appare e poi svanisce come un affresco che perde i suoi colori lentamente sul muro di un’antica dimora di Genova. In queste immagini ho voluto rappresentare la bellezza e l’emotività che si manifestano come straniamento».
Il commento della Redazione
Carl Gustav Jung afferma che ogni nostra esperienza della realtà, “ogni pensiero, ogni sentimento e ogni percezione sono composti d’immagini psichiche, e il mondo esiste soltanto in quanto noi siamo capaci di produrre un’immagine” (commento al Libro della grande liberazione, in Opere).
Secondo il grande filosofo svizzero, dunque, il mondo racchiude tutte le immagini che l’uomo ha costruito nel corso della sua storia collettiva. Queste primordiali immagini sono gli archetipi, le fantasie collettive che dominano i nostri punti di vista, le idee, i comportamenti.
E così, da tempo immemore, tali riferimenti culturali condizionano l’immaginario di ciascuno di noi, influenzando la nostra percezione del mondo.
Questa riflessione è il punto di partenza della ricerca artistica di Lorenzo Vitali, che affronta il tema dell’archetipo della bellezza con un taglio interpretativo contemporaneo e soggettivo. Il suo punto di vista si sofferma inizialmente su immagini leggere come impronte evanescenti, disegni velati su intonaci colorati.
In un secondo momento, le sue composizioni rivelano analogie formali, impulsi emotivi che si traducono in collage sensuali, sovrapposizioni di immagini che esprimono a pieno l’approccio interpretativo dell’autore.
In queste fotografie l’archetipo della bellezza emerge nelle linee e nelle tonalità di antichi affreschi greci, ma quando si arricchisce di una nota personale, quella dell’autore che pensa all’immagine femminile, l’archetipo si fa materico, acquisisce valore nel presente, come presenza reale e vicina al suo stesso sguardo.
a cura di Michela Frontino
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