Nel suo portfolio, Stefano Sburlati predilige la figura umana, rappresentata con grande empatia e partecipazione.

23 Marzo 2022 di Redazione Redazione

Tra i portfolio condivisi con la nostra Community abbiamo selezionato quello di Stefano Sburlati, intitolato Mongolia del nord. Gli scatti sono stati pubblicati anche sul n. 333 de IL FOTOGRAFO dedicato al rapporto tra uomo e natura.

Il portfolio di Stefano Sburlati

Racconta il fotografo: «Gli Tsaatan, o uomini renna, sono una popolazione nomade di antiche origini che vive nella provincia del Hôvsgôl, in Mongolia. Quasi duecento persone, suddivise in diverse famiglie, che ancora vivono spostandosi nell’immensa taiga per dedicarsi all’allevamento delle renne».

«Tramite un contatto in loco, abbiamo deciso di addentrarci alla scoperta dei loro usi e costumi. Laggiù la vita si svolge lenta all’interno di tende simili alle “tepee indiane”, scaldate da semplici stufe di ghisa. Li abbiamo raggiunti con non poca fatica: dodici ore di cavalcata di renna da Harmai fino all’accampamento, situato sulle montagne a 2.100 metri di altitudine».

«Nessun mezzo a motore può attraversare le immense radure e le foreste della taiga. Così lungo i fiumi, i numerosissimi laghi e le piane più paludose, s’incontrano solamente uomini che si spostano con renne e cavalli verso valle per vendere o comprare merci».

Il commento della Redazione

Il progetto fotografico di Stefano Sburlati è il racconto di un’avventura durata dieci giorni nelle lande fredde e desolate della Mongolia centrale. Qui l’autore è giunto dal confine russo dopo un viaggio di quindici ore con un treno della Transmongolica.

Dalla città di Ulaanbaatar, ha intrapreso l’esplorazione di una terra dove il progresso delle società occidentali sembra non aver attecchito. Dove le persone vivono a stretto contatto con le risorse del territorio in cui vivono. E dove il paesaggio è caratterizzato unicamente dalla taiga selvaggia e incontaminata.

La sequenza fotografica di Stefano Sburlati scandisce la ricca narrazione di una realtà sconosciuta, di fronte alla quale l’autore non può che rimanere sorpreso e affascinato.

Il suo sguardo è mosso dall’enfasi della scoperta e della curiosità nei confronti di tutto ciò che vede, dai paesaggi sconfinati ai contesti sociali di nuclei familiari che vivono di allevamento. Di fatto, queste immagini compongono un vero e proprio diario di viaggio vissuto a stretto contatto con le popolazioni nomadi del Nord che vivono immerse nella natura in tende simili alle tepee indiane, riscaldate da semplici stufe.

E proprio qui, nel villaggio di Mörön (a 776 km in direzione Nord-Ovest da Ulaanbaatar), il punto di vista dell’autore si fa chiaro e definito, fortemente attratto dalla popolazione mongola, dai suoi costumi e dalle sue abitudini sociali. Le immagini rivelano la sua predilezione per la figura umana ambientata che permette di rappresentare il soggetto con empatia e partecipazione.

In queste immagini la sensibilità del fotografo rappresenta l’elemento essenziale che traduce in fotografia la spontaneità dei suoi incontri e lo stupore del suo sguardo.

a cura di Michela Frontino

Se anche tu vuoi entrare a far parte della COMMUNITY de IL FOTOGRAFO registrati gratuitamente e carica le tue foto. Potresti essere pubblicato sulle nostre riviste!

Ci sono 2 commenti

  • Molto bello, tutto, il viaggio e le foto che lo arricchiscono. Ho visitato la Mongolia d’inverno anch’io e ne ho ricordi fantastici. La nostra guida era Alfredo Savino, ottima persona e preparatissima, che lavorava e lavora tuttora con Amitaba. Mi permetto di consigliarlo. Ora vorrei visitarla d’estate, epidemie permettendo. Chissà. Ti piace, evidentemente, il ritratto, ma la è tutto bello, tutto da fotografare, anche il freddo e gli odori, se si potesse.

  • Grazie mille! Eh sì pure io vorrei visitarla in estate…ma credo tornerò…noi niente guida italiana (io e la mia ragazza) solamente il signore con il cappotto verde che si vede in foto, lui è stata la nostra guida per 20 giorni..comunicavamo esclusivamente a gesti). Sicuramente un’esperienza non da tutti, ma unica e indimenticabile

Lascia un commento

qui