Ecco gli scatti riuniti in “SARS-COV-2 Family album”, il portfolio di Arianna Ancona, scelto tra quelli condivisi dalla nostra Community di fotografi e pubblicato nel n. 339 de IL FOTOGRAFO.
Il portfolio di Arianna Ancona
«Negli ultimi anni le nostre vite sono invase dal modificarsi di abitudini, dal manifestarsi di inattese distanze, dalla mancanza di gesti e persone. Il “nuovo coronavirus” ci sta accanto lasciando una traccia della sua convivenza nelle nostre vite».
«Egli irrompe e prende posto nella nostra quotidianità come un ospite inatteso, con un nuovo spazio disarmante, invisibile. Lo spazio del condiviso umano si perde in un gioco ambiguo e ironico, come in un errore del sistema con cui, senza equilibrio, siamo inevitabilmente isolati».
«Nelle immagini della mia famiglia ho cercato la presenza del non visibile, evidenziandone la forma, lo spazio imposto dal “nuovo ospite” e di conseguenza rendere tangibile l’assenza che provoca nella mia e nelle vite altrui. Ho sperimentato, fra le foto di persone care, quel bisogno di riempire un pezzo della propria memoria persa, un pezzo della propria storia modificata, oppure di guardare quanto vuoto ha lasciato nella propria famiglia chi è scomparso a causa del SARS-COV-2».
«Il virus protagonista nel nostro spazio, e al tempo stesso, noi invasori del suo che con un’apparente noncuranza perdiamo quel che resta delle nostre memorie. L’umana presenza, la sua socialità, le sue abitudini, la sua superiorità nel ciclo vitale aprono a una riflessione sulla responsabilità che ognuno di noi ha oggi sull’ecosistema globale».
Il commento della Redazione
L’interazione tra l’archivio e il lavoro di fotografi e artisti rappresenta una pratica contemporanea diffusissima che mette in relazione linguaggi e generi differenti per portare alla luce opere nuove. Arianna Ancona s’inserisce in questa tendenza rielaborando l’album della sua stessa famiglia, per restituirne un’immagine inedita e personale, slegata dal significato largamente condiviso degli affetti privati.
In particolare, l’autrice si sofferma su una serie di vecchie fotografie in bianco e nero, testimoni di un passato lontano, che poneva al centro le relazioni sociali.
Guardando oggi queste fotografie, con gli occhi segnati da una pandemia che ha messo a dura prova le vecchie abitudini della socialità, Arianna Ancona sente il bisogno di intervenire sulla loro superficie per metterne in evidenza la distanza con il presente.
Nella prospettiva dell’autrice, infatti, le fotografie di gruppi in gita, di allegre rimpatriate e cerimonie di famiglia lasciano il passo al sentimento di solitudine e di mancanza che ci portiamo dentro dopo un’esperienza troppo forte da dimenticare. Quei buchi neri o bianchi che affiorano tra le persone, separandone le vite e i destini, sono le cicatrici di una società che ha visto cambiare le sue consuetudini relazionali.
Arianna Ancona sente il bisogno di intervenire sull’immaginario collettivo della famiglia, per ridefinirne l’identità visiva, nel tentativo di riflettere sulla funzione delle fotografie nell’attualità. In questo modo, il pensiero artistico restituisce alle immagini del passato una forza nuova, che traccia percorsi inediti, interpretativi e creativi.
a cura di Michela Frontino
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