14 Luglio 2020 di Nicole Moglia Avatar

Dopo otto anni di intenso e dedito lavoro, qualche giorno fa Giovanni Gastel ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di Presidente di AFIP International per consentire a nuova linfa di avviare un rinnovato ciclo di vita nell’associazione, ha dichiarato lui stesso in una lettera pubblicata sul sito ufficiale dell’Associazione – clicca qui per leggerla.

Un ricco lascito

“L’entusiasmo e l’impegno profuso insieme alla mia squadra ci hanno portato a tagliare traguardi prestigiosi, consentendomi di lasciare un’eredità di cui sono estremamente orgoglioso. Poiché, da parte mia, forse non sono stato in grado di raccontarvi passo a passo e in maniera esaustiva il lavoro che abbiamo svolto nel corso del mandato, colgo quest’occasione, per rendervene partecipi.”
Così inizia la lettera di Giovanni Gastel ad amici e colleghi e prosegue ricostruendo, come annunciato, il percorso compiuto insieme e ricordando alcune delle tappe più importanti, come la collaborazione con Triennale, Fondazione Fiera e FAI, la creazione di festival locali – come I Mondi di Carta di Crema (CR) -, il percorso formativo ideato insieme a Raffles e in ultimo, la partnership con con il MIA Photo Fair.
Il fotografo si dice soddisfatto dei traguardi raggiunti, ma anche, e soprattutto, della sua dedizione e di quella del proprio team. Congedandosi dal ruolo di Presidente e da AFIP in qualità di socio, conclude la lettera promettendo “continuerò a dedicarmi alla promozione della mia attività culturale al di fuori dell’associazione.”

Giovanni Gastel: una professione voluta

Nipote di Luchino Visconti, Giovanni Gastel scatta la sua prima immagine a 17 anni e da allora non ha mai smesso.  Non comprendendo la sua scelta, il padre non nasconde la sua delusione. Lo voleva avvocato o capitano d’industria. Così, per provocarlo, gli regala un pettine e uno specchio dicendogli: «Ti serviranno per i ritratti di cerimonia che dovrai fare». Il giovane Gastel incassa e, forse anche grazie a questa provocazione, reagisce con forza e determinazione dando vita a un’esperienza professionale davvero strepitosa: moda, ritratto, still life, glamour, campagne pubblicitarie, reportage. «Un fotografo deve saper fare tutto. Non ho mai creduto alla specializzazione, la tecnica è importante, ma ciò che conta è riuscire a raccontare un sogno e io credo che nelle mie immagini ci sia sempre un pezzetto di me. Qualcosa di autobiografico. Qualcosa che riesce a lasciare un segno di riconoscibilità», precisa Gastel. Dotato di naturale capacità di fascinazione, il nostro fotografo si rivela anche un grande seduttore. Davanti al suo obiettivo hanno posato Naomi Campbell, Linda Evangelista, Cindy Crawford, Monica Bellucci, Bianca Balti, ma non per questo non dimentica il tema del lavoro e quel sentimento del fare, tanto caro alle industrie del made in Italy . La sua capacità di mettere in scena con semplicità soggetti complessi è poesia per gli occhi. La sua qualità narrativa di sintesi e di restituzione dell’insieme è totale: «Lavoro a togliere. Cerco l’essenza delle cose. Tolgo i rumori di fondo. Illumino il necessario e ogni volta cerco di raccontare un pezzetto di me stesso».

Lascia un commento

qui