15 Marzo 2021 di Redazione Redazione

Giovanni Gastel: «Se volete una fotografia generata da un layout pubblicitario non venite da me».

È questo l’esordio durante l’intervista esclusiva per Il Fotografo, realizzata nel suo studio milanese, un’oasi di pace situata nel cuore del quartiere di Porta Genova. «Nel mio lavoro quotidiano metto a disposizione la mia creatività e per me la fotografia significa proporre idee e progetti. La dimensione didascalica non fa per me», prosegue Gastel. E come dargli torto. La sua carriera professionale è costellata di successi e fotografie memorabili. Scatti che hanno influenzato intere generazioni e che ancora oggi emanano una forza dinamica e fortemente innovatrice. Qualche numero può aiutare a capire meglio il fenomeno Gastel: quarant’anni di attività professionale, tredici anni di collaborazione continuativa con il mensile Donna, diciassette con Elle. Poi Vogue Italia, Mondo Uomo. Campagne pubblicitarie per Trussardi, Krizia, Missoni, Dior, Nina Ricci, Ferrari, Canali. Dodici anni con uno studio a Parigi e a Milano.

Giovanni Gastel: una professione voluta

Nipote di Luchino Visconti, Giovanni Gastel scatta la sua prima immagine a diciassette anni e da allora non ha mai smesso. Suo padre non capisce questa scelta e quasi lo disereda, comunque non nasconde la sua delusione. Lo voleva avvocato o capitano d’industria. Per provocarlo, gli regala un pettine e uno specchio dicendo: «Ti serviranno per i ritratti di cerimonia che dovrai fare». Il giovane Gastel incassa e, forse anche grazie a questa provocazione, reagisce con forza e determinazione dando vita a un’esperienza professionale davvero strepitosa,  passando da un genere all’altro con estrema disinvoltura: moda, ritratto, still life, glamour, campagne pubblicitarie, reportage.

Giovanni Gastel

Giovanni Gastel, Lynn Miss Dior, 1992

«Un fotografo deve saper fare tutto. Non ho mai creduto alla specializzazione, la tecnica è importante, ma ciò che conta è riuscire a raccontare un sogno e io credo che nelle mie immagini ci sia sempre un pezzetto di me. Qualcosa di autobiografico. Qualcosa che riesce a lasciare un segno di riconoscibilità», precisa Gastel. Dotato di naturale capacità di fascinazione, il nostro fotografo si rivela anche un grande seduttore. Davanti al suo obiettivo hanno posato Naomi Campbell, Linda Evangelista, Cindy Crawford, Monica Bellucci, Bianca Balti, ma non per questo si dimentica il tema del lavoro e quel sentimento del fare, tanto caro alle industrie del made in Italy.

Il suo reportage intitolato, per l’appunto, La nobiltà del fare si presenta come un compendio dedicato al meglio della produzione artigianale italiana e sottolinea quelle qualità inimitabili presenti nel nostro Paese come l’eleganza e la leggerezza. Aggettivi, questi, che spesso ritroviamo nelle fotografie di Giovanni Gastel. La sua capacità di mettere in scena con semplicità soggetti complessi è poesia per gli occhi. La sua qualità narrativa di sintesi e di restituzione dell’insieme è totale: «Lavoro a togliere. Cerco l’essenza delle cose. Tolgo i rumori di fondo. Illumino il necessario e ogni volta cerco di raccontare un pezzetto di me stesso».

di Denis Curti

 

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