18 Novembre 2019 di Vanessa Avatar

Arthur Sasse (1908-1975) fotografo americano della UPI e dello zoo del Bronx di New York sapeva che per scattare una buona fotografia doveva avere pazienza e prontezza, quella stessa rapidità che gli permise di immortalare lo sberleffo di Einstein.

Uno dei volti più popolari nel suo ritratto più celebre. Lo scienziato premio Nobel Albert Einstein nel giorno del suo 72mo compleanno. Un istante: Einstein è in auto, dopo il ricevimento in suo onore al Princeton Club di New York; non ha voglia di fermarsi con i giornalisti e i fotografi per commentare la ricorrenza, posando per le fotografie di rito. Arthur Sasse punta l’obiettivo all’interno dell’auto provando a catturare un sorriso; Einstein, con rapidità e genialità, con l’allegria e l’irriverenza che ci si aspetta da un bambino, gli regala una linguaccia. La sua chioma scapigliata, le sopracciglia alzate e l’espressività del volto completano il ritratto. Sasse lo ferma per sempre, realizzando una fotografia straordinaria per la spontaneità e l’improvvisazione. Lì per lì gli stessi redattori dell’UPI sono incerti se sia o meno un ritratto da divulgare, trattandosi del premio Nobel per la Fisica, ma tolte le esitazioni la stampa periodica non mancò di apprezzare la posa e renderla famosa. Lo stesso Einstein ne rimase così soddisfatto da richiederne 9 copie. Albert Einstein mentre fa la linguaccia diventerà una vera e propria icona del ‘900 non solo per ricordare lo scienziato. Rielaborata e trasfigurata in innumerevoli occasioni, riprodotta su ogni tipo di supporto, dalle tazze alle t-shirt, alle pubblicità di marchi multinazionali. Una delle stampe originali vintage, autografa dallo stesso Einstein, è stata battuta all’asta per circa 72.000$.

 

Albert Einstein, 14 marzo 1951 – AFP/Arthur Sasse/ ©Gettyimages

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