28 Settembre 2019 di Vanessa Avatar

I   festival di fotografia rappresentano nel mondo dell’immagine fotografica uno dei fenomeni più interessanti e dinamici degli ultimi anni. Attraverso l’ormai decennale esperienza di organizzatore del Festival della Fotografia Etica di Lodi, ho potuto vivere direttamente, in modo concreto ed emozionante, questo interessante periodo. Penso che queste manifestazioni portino con sé, spesso, un senso di lentezza, di approfondimento, di desiderio di non essere superficiali. Quel ritmo lento e necessario proprio di chi desidera leggere il mondo, arrivando a spostare il proprio corpo lungo un percorso di immersione, in grado di assorbire il messaggio attraverso un’esperienza coinvolgente. Molti dei lavori dei fotografi sono ormai visibili sul web, ma il visitatore dei festival desidera vivere un’esperienza che non si limita alla sola visione, ma che si arricchisce della discussione con gli amici, dell’incontro con l’autore e della riflessione che emerge lungo il percorso. Si scoprono, dunque, delle occasioni di fare esperienza riprendendoci dei tempi e dei modi che la contemporaneità tende a negare sempre più.

La fotografia: Il più potente strumento di comunicazione del nostro tempo

Il più potente strumento di comunicazione del nostro tempo, la fotografia, incontra i suoi lettori/spettatori, rendendoli partecipi del flusso di informazioni che attraversano l’intero pianeta. Il festival consente, in aggiunta, un dialogo con le persone che creano questa rete di contenuti. L’esperienza diretta è talvolta complessa e difficile in quanto i temi trattati portano spesso a un processo di empatia, fino a emozionarci per le storie che si nascondono dietro le immagini. Gli eventi e le mostre hanno spesso come riferimento un pubblico eterogeneo e per questo si esprimono attraverso un linguaggio e delle forme comprensibili ai più. Molti sono aperti verso gli studenti che nelle visite possono incontrare il linguaggio che amano e che usano quotidianamente in modo spesso inconsapevole, cogliendone le molte sfumature e la grande ricchezza espressiva. I festival non sono semplicemente dei luoghi di intrattenimento, ma ambiti dove è possibile crescere, imparare e approfondire. Spesso senza grandi supporti economici, i festival sono sostenuti da volontari, rendendo la manifestazione accessibile e gestibile attraverso logiche di inclusione e di condivisione. Fondamentale è, inoltre, il sostegno ai fotografi. Le mostre sono occasioni per i giovani emergenti di avvicinarsi al grande pubblico e di dialogare con autori già affermati. Non ultimo, di vedere esposto il proprio lavoro al fianco di celebri professionisti internazionali. I festival rappresentano altresì un supporto economico diretto. Entrare in un circuito espositivo sempre più ampio permette di far conoscere il proprio lavoro ed essere invitati a tenere workshop e seminari. Pubblico di appassionati e non, addetti ai lavori e fotografi, tutti possono imparare a capire la fotografia e a confrontarsi con ambienti internazionali, uscendo da gruppi chiusi e spesso autoreferenziali. I festival sono come delle piante: richiedono tempo per crescere. Dove nascono si radicano in profondità, quando non risultano fragili e trascurati dai grandi sponsor. I festival sono perle rare, animate da persone piene di energia e valore. Diamogli, dunque, tutto il nostro supporto, la nostra attenzione e il nostro affetto.
 
Editoriale a cura di Alberto Prina

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