14 Agosto 2019 di Vanessa Avatar

Il ritratto è una forma d’arte e come tale richiede talento e tanta, tanta competenza: immortalare una persona, a prescindere dagli strumenti usati per farlo, è un compito complesso, non solo dal punto di vista tecnico ma soprattutto per le implicazioni psicologiche che inevitabilmente nascono quando si tratta di “catturare l’anima” del soggetto. Saperle gestire è questione di esperienza, quindi se siamo alle prime armi non lasciamoci scoraggiare ma continuiamo a sperimentare, magari coinvolgendo amici e parenti.

Sergio Derosas ha allestito un set di ritratto concettuale

«Nel ritratto concettuale», spiega Sergio, «bisogna avere in mente quello che si vuole “comunicare” all’osservatore, perché l’obiettivo di questo genere fotografico è appunto veicolare tramite l’immagine un concetto più o meno evidente. L’ispirazione può arrivare da qualsiasi direzione: basta guardarsi attorno per intercettare tantissime situazioni in grado di generare idee per nuovi progetti. Personalmente, mi capita di prendere spunto anche dalle cose più banali, che mi diverto poi a elaborare in modo da amplificarne e da rendere più originale il messaggio. In ogni caso, avere un’idea iniziale ben strutturata e definita di quello che sarà il risultato aiuta a sviluppare il progetto stesso e a raggiungere con più facilità l’obiettivo che ci si è prefissati».

SERGIO DEROSAS, sardo, classe ’75. «Come dico sempre, la fotografia è quello che un fotografo vorrebbe dire ma riesce solo a vedere… Da circa quattro anni, forse anche per la necessità di trovare una mia strada, mi sono innamorato della fotografia di ritratto». Sergio ha in curriculum numerose collaborazioni e alcune campagne pubblicitarie, varie pubblicazioni in riviste e magazine, la pubblicazione di un libro sul ritratto emotivo e diverse menzioni su vari portali del settore fotografico. www.facebook.com/sergioderosasfoto

 

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