31 Marzo 2019 di Vanessa Avatar

La fotografia come “ricerca antropologica”: così la interpreta Mario Cattaneo (Milano, 1916-2004) che, influenzato dal lavoro di Cartier-Bresson, Doisneau, Berengo Gardin, negli anni Cinquanta e Sessanta punta l’obiettivo sull’uomo e sulla sua quotidianità. A Milano, Cattaneo frequenta abitualmente la fiera di Sinigaglia, luogo ideale per immortalare un’umanità varia, colta nella sua spontaneità. Da questa osservazione dell’uomo, dallo studio della figura umana nascono alcuni dei lavori più interessanti: Vicoli di Napoli, 1952; Luna park, 1956-60; Una domenica all’Idroscalo, 1958- 62; Caravaggio, 1964-65; Festival pop, 1973-77. Al reportage sociale e di costume, Cattaneo affianca anche il reportage di viaggio, alla scoperta di culture diverse. Nel 1991 la FIAF lo nomina Autore dell’Anno, dedicandogli una mostra itinerante. Dal 2006, in seguito a una donazione voluta dagli eredi, il fondo di Mario Cattaneo è di proprietà della Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Il fondo fotografico raccoglie oltre 190mila tra negativi su pellicola, diapositive, stampe e provini, che testimoniano il lavoro realizzato da Cattaneo tra il 1950 e il 2004 e la sua capacità di restituire in uno scatto la bellezza racchiusa nell’umanità, anche la più semplice.

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