In questa rubrica ti spieghiamo che cos’è il diaframma e come impostarlo. Infatti, è cruciale per una buona esposizione, ma permette anche di giocare con sfocatura e nitidezza.
C’è un diaframma migliore?
Possiamo scegliere qualsiasi impostazione, ma alcune sono più indicate per determinati soggetti. Vediamo qualche esempio.
Diaframma ampio

La profondità di campo ridotta offerta dai diaframmi della fascia da f/1.2 a f/4 rende più semplice sfocare primo piano e sfondo. Pone così le condizioni ideali per sognanti ritratti di persone e animali. La messa a fuoco, però, deve essere impeccabile, proprio perché la profondità di campo è limitata. I diaframmi ampi sono utili anche per fotografia d’azione e notturna. In poche parole, in tutti i casi in cui abbiamo bisogno di molta luce per accedere a tempi veloci.
Diaframma medio

I diaframmi tra f/8 e f/11 rappresentano la tipica fascia media di un obiettivo. Tendono a produrre un buon equilibrio tra profondità di campo e tempi di scatto veloci. Di solito corrispondono anche al punto di migliore prestazione ottica e, rispetto a quelli più aperti, mascherano meglio eventuali errori di messa a fuoco. Sono un’ottima scelta per la fotografia “di tutti i giorni”. Dopo tutto, la massima del fotogiornalismo è proprio “f/8 ed essere lì”.
Chiuso

Quando la profondità di campo è il fattore più importante, impostiamo i diaframmi da f/16 in poi. I diaframmi chiusi sono utili per la fotografia macro e close-up. In questi casi, infatti, la profondità di campo è limitata e ogni millimetro conta. Sono ideali anche per le ampie vedute e i paesaggi a perdita d’occhio, quando vogliamo che tutto sia nitido dal primo piano allo sfondo. Stiamo però attenti agli effetti della diffrazione.
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