L’esposimetro ha un ruolo fondamentale nella regolazione di diaframma, tempo di posa e ISO. Ecco come funziona.

27 Ottobre 2023 di Redazione Redazione

Diaframma, tempo di posa e ISO sono le pietre portanti dell’esposizione, ma non sono nulla senza un esposimetro a unirli… Ecco tutto quello che devi sapere.

Esposimetro, come funziona?

L’esposimetro incorporato nella fotocamera misura l’intensità della luce che entra dall’obiettivo e calcola quanta esposizione è necessaria per produrre un’immagine corretta. Lo fa nella frazione di secondo in cui premiamo
il pulsante di scatto. Questa è la teoria: in pratica, però, c’è un certo margine di errore.

Gli esposimetri, infatti, sono calibrati sulla quantità di luce riflessa da un soggetto di tono “medio”, che rifletta precisamente il 18% della luce che lo illumina. Fotografiamo distese di verdi prati o un grigio paesaggio urbano? Possiamo fidarci dell’esposimetro.

Molte scene contengono ovviamente un mix di ombre, toni medi e luci alte, ma in media, nell’insieme, riflettono comunque intorno al 18% di luce.

Possibili errori…

Altre scene, invece, non rispondono a questo criterio. Un cigno bianco su una sponda innevata? Riflette molta più luce! L’esposimetro però lo interpreta ugualmente come un soggetto di tono medio illuminato con troppa intensità e riduce l’esposizione di conseguenza. Ecco perché le immagini di soggetti bianchi risultano spesso spente e ingrigite.

L’opposto capita quando un soggetto è molto scuro. La fotocamera lo vede come un tono medio poco illuminato e aumenta l’esposizione, con un risultato che finisce per apparire slavato.

La modalità Pattern

La fotocamera è dotata di diverse modalità di lettura esposimetrica. Tutte si basano sul principio della riflettanza al 18%, ma la modalità Pattern predefinita aggiunge qualche elaborazione in più. Quest’ultima, detta anche Valutativa, Matrix, Multi-zona o Multi-segmento, è una funzione “intelligente” che analizza la scena e determina automaticamente se deve aggiungere o togliere luce per produrre un’esposizione migliore.

Nel calcolo, tiene conto di aspetti come le dimensioni e la distanza del soggetto, il colore della scena e l’eventuale presenza di controluce. Può dare più importanza all’area coperta dal punto AF attivo e tenere conto dei dati di quelli quasi a fuoco.

Alcuni sistemi esposimetrici hanno anche un database interno di immagini a cui la fotocamera può fare riferimento per determinare l’esposizione più corretta. Di fatto, applica una compensazione alla lettura già prima di mostrare la combinazione suggerita di diaframma, tempo di scatto e livello ISO.

Poiché è così veloce a portare l’esposizione nell’area giusta, la modalità Pattern migliora le nostre chance di realizzare uno scatto efficace in corsa. Anche se spesso minime compensazioni possono affinare il risultato. Può volerci un po’ di tempo per imparare a prevedere come reagirà a diverse condizioni ed è facile scoprire che, per quanto faccia un buon lavoro su scene che contengono un mix di luci, ombre e toni medi, richiede un nostro più sostanziale intervento di compensazione quando i soggetti sono prevalentemente chiari o scuri.

Altre modalità di lettura dell’esposimetro

Le altre modalità di lettura esposimetrica sono più specializzate. La lettura Ponderata centrale è un rimando ai tempi delle fotocamere a pellicola. Può essere utile quando realizziamo un ritratto, ma ci impone di lavorare sulla compensazione un po’ di più rispetto alla lettura Pattern.

La lettura Spot offre la libertà di basare l’esposizione su una minuscola porzione dell’inquadratura. Ma per usarla con efficacia ed evitare errori dobbiamo sviluppare un buon occhio per i valori tonali.

Alcune fotocamere propongono modalità di lettura ancora più specializzate, per esempio la lettura Ponderata sulle alte luci di Nikon, sbilanciata verso le luci alte e calibrata per evitare di sovraesporre gli oggetti in piena luce.

È importante ottenere l’esposizione migliore allo scatto perché i dettagli delle aree sovraesposte sono quasi impossibili da recuperare anche in post-produzione, mentre gli scatti sottoesposti diventano troppo rumorosi se li schiariamo via software. Impariamo a controllare l’istogramma e applicare la compensazione e in breve saremo in grado di realizzare immagini molto vicine a quelle che immaginiamo.

esposimetro
Le scene nebbiose spesso inducono l’esposimetro a sottoesporre, ma basta poco per restituire loro la corretta luminosità…

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