Un professionista svela alcuni consigli per fotografare gli animali selvatici e realizzare immagini mozzafiato.

14 Aprile 2023 di Redazione Redazione

Il fotografo naturalista Laurie Campbell svela tecniche e trucchi per fotografare gli animali selvatici e per realizzare scatti di forte impatto!

Fotografare gli animali #1

Per cominciare…

1 – Rispetta le regole

Prima di iniziare qualsiasi progetto naturalistico, è essenziale studiare legislazione e norme locali di conservazione. Tutti gli animali sono protetti da crudeltà, sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico, ma esistono diverse categorie e livelli di protezione, a seconda delle aree e delle esigenze di conservazione.

Per esempio, in alcuni periodi dell’anno può essere severamente vietato, e sanzionato, avvicinarsi ai siti di nidificazione di alcuni uccelli rari. La fotografia, per fortuna, è quasi sempre autorizzata, ma spesso è obbligatorio presentare domande e ottenere permessi e licenze: controlla sempre i siti degli enti locali di tutela per sapere come muoverti. 

2 – I vantaggi di scattare vicino a casa

Se c’è una cosa che le restrizioni pandemiche hanno insegnato a molti fotografi naturalisti, è che sulla porta di casa ci sono molte più opportunità di scatto di quante si sia soliti immaginare. Ci sono sempre state, ma sono anche sempre state trascurate per via dell’idea che gli avvistamenti più interessanti possano avvenire solo nella natura più remota e selvaggia.

Lavorare su base locale, invece, ha l’ovvio vantaggio di rendere molto più semplice studiare e seguire gli animali e, quindi, anche capire quando sia meglio fotografarli. Inoltre, ti mette in una posizione privilegiata per notare eventuali cambiamenti nella popolazione selvatica, come nel caso della diffusione urbana di volpi e ricci. 

3 – Accesso e contatti

In Italia, i terreni sono tutti di proprietà, privata o pubblica, quindi l’accesso è in qualche modo sempre regolamentato. Le specifiche, però, variano enormemente, dai grandi boschi demaniali, spesso privi di restrizioni, ai campi coltivati, dove magari è vietato allontanarsi dalle strade rurali o il passaggio è regolato da diritti secolari, fino ai pascoli montani privati o consortili, dove spesso è consentito camminare solo sui sentieri e può capitare di trovare bloccati anche quelli.

Con il recente ritorno del lupo in molte aree, poi, è bene informarsi anche sulla presenza di cani a protezione di mandrie e greggi: non prenderebbero bene la tua presenza! Le norme di proprietà e accesso, così come gli usi, cambiano su base locale e regionale, quindi è sempre bene chiedere alle agenzie del turismo di zona, agli enti di gestione dei parchi o direttamente agli operatori delle piccole attività locali, anche per costruire relazioni che torneranno utili nel tempo.

4 – L’importanza del progetto

Molti appassionati alle prime armi osservano la vastità e il livello della fotografia naturalistica attuale e si chiedono se sia rimasto ancora qualcosa da coprire. In realtà, secondo Laurie, è impossibile esaurire il potenziale di ogni singolo soggetto. Inizia assegnandoti come progetto la documentazione di un animale o di un’area cui hai facile e ripetibile accesso.

Dopo qualche sessione, comincerai a notare aspetti che meritano più attenzione e, con un po’ di fantasia, potrai affinare il tuo approccio e arrivare a immagini che ancora non esistono. Non trascurare i soggetti più quotidiani: considerali una sfida.

I trucchi del mestiere per fotografare gli animali selvatici

5 – Comprendere i sensi animali

Rispetto agli umani, tutti gli animali selvatici hanno uno o più sensi molto più sviluppati: devi tenerne conto se vuoi avere una chance di arrivare loro vicino, anche quando usi un rifugio. Per gli animali, avere sensi più acuti è essenziale: ne va della loro stessa sopravvivenza.

Nei mammiferi, i più sviluppati sono in genere olfatto e udito, mentre negli uccelli sono vista e udito. Nel caso dei mammiferi che passano molto tempo in acqua, come lontre o foche, si dice che la vista non sia importante, ma su terraferma è bene immaginare che sia buona almeno quanto la tua. Negli uccelli, invece, e in particolare nei rapaci, la vista è incredibile: un’aquila reale è in grado di individuare una preda piccola come una lepre a un chilometro di distanza.

6 – Come si seguono gli animali

Tutti gli animali sono individui, ognuno diverso dall’altro, ed è possibile anche trovarne alcuni più abituati alla presenza di persone. Per tutti gli altri, servono precise competenze e molta pratica sul campo. Il successo dipende quasi sempre dal vedere il soggetto prima che lui veda te. Quindi Laurie consiglia di guardare sempre diritto davanti a te e, se possibile, di fermarti di tanto in tanto per esaminare la zona con un binocolo.

I mammiferi devono sempre essere avvicinati sottovento, dopo aver pianificato un percorso che ti permetta di sfruttare tutta la possibile copertura naturale. Impara anche a interpretare il linguaggio corporeo degli animali. Gli scatti migliori sono spesso quelli in cui il soggetto non guarda verso il fotografo ed è inconsapevole della sua presenza.

7 – Usa materiali mimetici

Troppo spesso le attrezzature mimetiche sono applicate in modi in cui non possono essere efficaci, perché non tengono conto di tutti i sensi di un animale. Avvicinare una volpe con guanti e passamontagna mimetici non serve a niente, se arrivi sopravvento. Oggi la scelta di materiale mimetico è infinita, esistono anche articoli impregnati con agenti chimici che nascondono l’odore umano o tute di foglie finte che mascherano i contorni della figura.

Nella maggior parte dei casi, però, basta portare abiti di colori spenti e restare sottovento. I motivi mimetici possono servire di più sui rifugi, ma più per tenere lontani i curiosi che avvicinare gli animali!

8 – Rifugi

Quando parliamo di rifugi, tutti pensiamo alle capanne di legno delle riserve naturali. Queste però sono spesso lontane dalle zone più frequentate, per permettere il frequente passaggio dei visitatori senza disturbare gli animali. A te serve invece un rifugio fotografico dedicato e personale, che può essere semipermanente o ridursi a una rete mimetica drappeggiata tra i rami.

Non dimenticare di considerare che dovrai passare ore nel tuo rifugio: più tempo puoi resistere e più animali potrai vedere. L’ultimo consiglio di Laurie in materia è di non montare mai un rifugio in punti in cui può attirare la curiosità di altre persone.

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