25 trucchi per una fotografia di paesaggio creativa: diamo ai nostri scatti un’iniezione di originalità e distinguiamoci dalla massa!

24 Gennaio 2023 di Redazione Redazione

Fotografia di paesaggio creativa: il fotografo professionista Nigel Forster ci regala 25 preziosi consigli per rinvigorire la nostra fotografia con un’iniezione di originalità decisiva per spiccare sulla massa! Partiamo dalla composizione…

Fotografia di paesaggio creativa: #1 La composizione

1 – Uno scatto motivato

Una domanda che Nigel si sente porre spesso è: “Le mie immagini sono piatte, come faccio a dare loro più risalto?”. La risposta è pensare alla cattura dell’immagine come a un flusso di pensiero. Prima di scattare, chiediamoci: “Perché sto realizzando proprio questa immagine?”. Cerchiamo di capire cosa ci abbia colpito tanto da prendere la fotocamera.

E poi: “Come faccio a spiegarlo all’osservatore?”. La risposta a questa domanda ci chiarirà tutto, dalla composizione al punto di vista, dall’illuminazione alle impostazioni di scatto necessarie per ottenere il risultato che vogliamo. La terza questione deve essere: “Quali sono gli elementi chiave della scena?”. In altre parole, cosa contribuisce al potenziale dell’immagine e cosa rischia di indebolirlo? 

In linea generale, ricorda Nigel, la semplicità premia sempre perché porta a immagini che comunicano al meglio le nostre intenzioni e colgono tutto l’impatto di una scena. 

2 – Previsualizziamo il risultato

Questo punto sviluppa direttamente il precedente, con un passo in più nel flusso di pensiero. Ogni immagine che produciamo è composta da specifici elementi. Per esempio, uno scatto di architettura contemporanea può essere formato da linee e spigoli netti e puliti, il dettaglio di un panorama si fonda su cielo, terreno, orizzonte e una sola forma chiara, mentre una scena rurale può mostrare una serie di morbide curve.

Dobbiamo ora chiederci in che modo questi elementi possono formare un progetto grafico coerente e come evitare che si scontrino con un effetto slegato e discontinuo. Per esempio, un semplice e frequente progetto grafico può essere costituito da due rettangoli, uno per il cielo e uno per il primo piano. Qualsiasi altro elemento si sovrapporrà a queste forme di base: gli elementi che vorremmo aggiungere le completano o entrano in conflitto?

3 – Fotografia di paesaggio creativa: l’approccio spontaneo

Molti paesaggisti puntano a raggiungere luoghi incantevoli e scattare fotografie, con la speranza che il luogo stesso faccia il grosso del lavoro. I risultati possono essere buoni, per esempio grazie a una luce spettacolare, ma è difficile che possano essere anche davvero personali. Con questo approccio finiamo per riprodurre composizioni già viste miriadi di volte…

Se è il nostro approccio abituale, proviamo invece semplicemente a uscire con la fotocamera, nel nostro quartiere o in una zona mai vista prima. Studiamo il potenziale di quanto scopriamo e cerchiamo di catturare immagini uniche per noi. Secondo Nigel, è un esercizio che aiuta molto con la capacità di osservazione e l’esplorazione visuale. 

4 – Le regole servono, ma solo se usate bene!

Conosciamo tutti le classiche regole della composizione, come inserire elementi di interesse in primo piano o sfruttare le linee dei terzi. Pensiamo però sempre a cosa fanno e a cosa servono, più che semplicemente a quali sono. Solo così possiamo prendere decisioni sensate sulla loro reale utilità per la nostra immagine. Non applichiamo mai una regola solo “perché è una regola”.

Per esempio, la regola dei terzi serve a contestualizzare il soggetto e a disporlo in un modo che incoraggi lo sguardo a esplorare l’inquadratura. Un soggetto centrato, però, è immediatamente individuabile e spesso ha più impatto. Piazzarlo invece vicino a un angolo dell’inquadratura accentua il contesto e il senso di isolamento. 

5 – Teleobiettivi e compressione dei piani 

Non dimentichiamo che le diverse lunghezze focali producono effetti completamente differenti, alterando il rapporto tra gli elementi più vicini e più lontani. In genere, il primo pensiero è: “Quanta parte di scena riesco a infilare nell’inquadratura?”, o “Quanto posso stringere sul soggetto?”. Così però si perde il punto stesso di usare focali diverse: scegliamo l’obiettivo in base all’effetto che vogliamo ottenere.

Un grandangolo allunga la prospettiva ed esagera le distanze tra soggetti vicini e lontani, con un effetto ideale per risultati teatrali e ampie vedute con elementi forti di primo piano. All’opposto, un tele comprime la distanza tra gli elementi ed è perfetto per forme semplici, dettagli isolati e immagini astratte.

C'è 1 commento

  • Consiglio vivamente a chi vuole fare fotografia creativa di paesaggio di studiare i tre libri di Ansel Adams :il negativo, la stampa, la fotocamera. Proprio il grande maestro disse che ci sono belle foto e foto brutte che non dicono niente.

Lascia un commento

qui