Scopriamo come muovere i primi passi nella fotografia notturna e come gestire i quattro parametri fondamentali.

31 Ottobre 2022 di Redazione Redazione

Muoviamo i primi passi nella fotografia notturna prendendo il controllo di quattro fondamentali parametri.

Fotografia notturna: le basi

Tempo di scatto

Per esporre le stelle dobbiamo lasciar entrare quanta più luce possibile. Quindi più è lungo il tempo meglio è, giusto? Non proprio. Se l’esposizione si estende troppo, le stelle cominciano a mostrare le loro scie, dovute al movimento di rotazione terrestre.

I fotografi astronomici usano la “regola del 500”. Per trovare il tempo di scatto, dividiamo 500 per la focale in uso (o, con una fotocamera con sensore non full-frame, dividiamo 300).

Diaframma

I diaframmi più aperti lasciano ovviamente entrare più luce: in genere ci troveremo a usare le massime impostazioni disponibili.

f/4 è un buon punto di partenza, ma serve almeno f/2.8 per estrarre un minimo dettaglio da soggetti poco luminosi come la Via Lattea. Se abbiamo un’ottica fissa che si apre fino a f/1.4, potremmo trovare più utile chiudere su f/2.8 per guadagnare profondità di campo e ridurre la presenza dell’aberrazione cromatica detta “coma” negli angoli dell’inquadratura.

ISO e fotografia notturna

Con il tempo di scatto calcolato con la “regola del 500” e il diaframma aperto al massimo, il livello ISO è il parametro che ci permette di controllare davvero l’effetto dell’esposizione.

A seconda dell’inquinamento luminoso, lavoreremo in genere tra 1.600 e 12.800. Gli scatti ad alti livelli ISO contengono rumore, quindi è consigliabile eseguire dei test con tutte le possibili impostazioni per cercare il limite accettabile della nostra fotocamera.

Esposizione

fotografia notturna

Il più frequente passo falso, agli inizi, è sottoesporre le immagini. Aprirle e schiarirle in post-produzione introdurrà sempre troppo rumore, mentre, per quanto sembri strano, alzare il livello ISO allo scatto garantisce immagini meno degradate e un’esposizione globalmente migliore.

Dopo ogni scatto, controlliamo l’istogramma e verifichiamo che le ombre non siano sottoesposte e che non ci siano tagli.

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