Scopriamo come funzionano i punti AF e come prendere il controllo degli “occhi” del sistema di messa a fuoco automatica.
I punti AF: introduzione
La modalità autofocus determina il modo in cui una fotocamera digitale mette a fuoco. Il motore autofocus incorporato nel corpo macchina o nell’obiettivo detta, invece, la velocità con cui ci riesce. Sono però i punti AF visibili nel mirino a controllare il punto su cui mette a fuoco e la precisione del successo.
L’autofocus è una di quelle funzioni fotografiche per cui è evidente cosa si paga. Più spendiamo per un corpo macchina e più punti autofocus troviamo nel mirino. Di conseguenza, maggiore è la gamma di modalità di selezione e di possibilità di personalizzazione.
Quando una fotocamera offre un mirino strapieno di punti AF, assicura una migliore probabilità di seguire con precisione un oggetto che si sta muovendo nell’inquadratura, “passandolo” da un punto all’altro. Un ampio numero di punti AF rende anche più semplice la selezione manuale di uno che si allinei esattamente con un soggetto piccino e decentrato, senza costringere a spostare la fotocamera, mettere a fuoco e ricomporre.
Quantità e precisione
Le reflex per principianti hanno in genere 9/11 punti AF, mentre le ammiraglie professionali arrivano a contarne da 60 a più di 150. Non è però solo questione di numero e densità di punti AF. Conta molto anche la loro precisione.
I punti AF standard rilevano il contrasto solo su un piano (i sensori verticali, per esempio, rispondono a linee di contrasto orizzontale che “spezzano” la linea del sensore, come l’orizzonte).
I sensori a croce sono già migliori, perché rilevano linee di contrasto sia orizzontali sia verticali, mentre i sensori a doppia croce riescono a rilevare anche le linee diagonali. Per attingere a questi livelli aggiuntivi di precisione servono però obiettivi piuttosto luminosi.
In passato era normale che il punto AF centrale fosse l’unico con sensore a croce. Ma oggi le reflex più recenti offrono una serie di punti a croce disposti in tutto il mirino (e in realtà nei corpi macchina più avanzati è anche possibile che tutti i punti AF siano come minimo a croce), per semplificare la messa a fuoco su soggetti decentrati.
In condizioni di luce ridotta questi punti AF non centrali possono avere difficoltà a registrare il contrasto. Se notiamo che l’obiettivo comincia ad andare avanti e indietro e si blocca “a caccia” del fuoco, conviene ricorrere al punto centrale. È ancora il più sensibile di tutti, anche se può costringere a qualche compromesso con l’inquadratura o a mettere a fuoco e ricomporre.
La griglia dei punti AF
Il modulo autofocus di una reflex si trova sotto lo specchio principale. Quasi tutta la luce che entra dall’obiettivo viene riflessa verso il mirino, ma una parte passa e viene indirizzata invece verso il basso, appunto in direzione del modulo autofocus.
I sensori AF sono interni a questo modulo e i corrispondenti punti AF sono visibili nel mirino. Alcune fotocamere mostrano i punti impressi su uno schermo di messa a fuoco, ma oggi nei modelli di fascia alta sono comuni anche gli schermi LCD trasmissivi. Questi mirini “intelligenti” sovrappongono all’immagine informazioni sui punti AF attivi o sui modi in cui è possibile disporre i punti in gruppi o zone.
Reflex entry-level

Le reflex entry-level tendono a semplificare. A differenza dei modelli più avanzati, non permettono di selezionare gruppi di punti AF di dimensioni variabili. La scelta è limitata alla selezione manuale di un punto singolo o all’attivazione di tutti, che delega alla fotocamera la scelta di quale usare.
A seconda del modello, per passare da un punto all’altro dobbiamo premere il pulsante di selezione del punto AF e toccare il control pad sul dorso, oppure ruotare la ghiera di controllo.
I punti non sono molti e non sono vicinissimi. La messa a fuoco di soggetti mobili non è fluida e spesso è necessario spostare l’inquadratura per allineare un punto AF a un soggetto decentrato.
Reflex per appassionati

Le fotocamere di questa fascia di norma beneficiano a cascata delle tecnologie studiate per i modelli top di gamma. Già solo in termini di numero di punti AF, il passo avanti rispetto alle entry-level è evidente.
C’è anche più margine per cucirsi su misura l’impostazione dei punti AF necessari, per esempio attraverso la riduzione del numero di punti selezionabili, utilissima nei momenti in cui la velocità di selezione è cruciale.
Reflex professionali

Se i punti AF di una reflex professionali non coprono proprio l’intera inquadratura, ne riempiono una bella porzione. Può essere problematico quando il soggetto è piccolo nell’inquadratura o in ombra, perché questa ampia griglia può agganciare gli elementi sbagliati.
Per questo è possibile isolare e posizionare manualmente gruppi più piccoli di punti AF o attivarne uno solo.
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