Quattro trucchi per sfruttare le differenti qualità della luce naturale per ritratti dai più svariati “mood”, dall’alba al tramonto.
Come sfruttare la luce naturale nei ritratti
1 – Troviamo la luce
Una buona illuminazione è l’ingrediente chiave di ogni genere fotografico, a maggior ragione per la ritrattistica. La qualità della luce – la sua “morbidezza”, la tonalità e la forza – può avere un enorme impatto sul risultato.
Se decideremo di scattare sfruttando la luce naturale, è possibile trovare condizioni ideali per i ritratti in qualsiasi location (o quasi). In generale, le aree in ombra ci offriranno una luce morbida e diffusa che valorizzerà i volti, mentre, al contrario, il sole diretto creerà ombre dure e poco gradevoli sul viso – e farà anche strizzare gli occhi al soggetto!
Un piccolo trucco per valutare rapidamente la situazione ovunque ci troviamo: alziamo la mano e studiamo come cade la luce (direzione, qualità e colore) su di essa.
2 – L’ora dorata
Quando il sole è vicino all’orizzonte, si ha un doppio vantaggio. In primo luogo, la luce ha un angolazione bassa: possiamo approfittarne per posizionare il soggetto in modo che la luce lo colpisca lateralmente sottolineandone i volumi o crei una suggestiva retroilluminazione (oppure un’altrettanto affascinante silhouette).
Quando la luce è molto bassa, possiamo persino includere il sole nell’inquadratura per ottenere un “effetto stella” o un bel lens flare.
Il secondo vantaggio è che la luce del sole al tramonto assume toni caldi capaci di restituire un “mood” unico. Inoltre, alle estremità del giorno, è più diffusa poiché deve attraversare una sezione maggiore dell’atmosfera terrestre, con il risultato che la luce diretta è più morbida rispetto a quella “dura” di mezzogiorno.
3 – Rimbalzi naturali
C’è un motivo per cui le persone appaiono sempre al meglio sui campi di sci o sulle spiagge caraibiche: la luce che proviene dall’alto rimbalza sulla neve o sulla sabbia e “riempie” le ombre sul viso e sul corpo.
Quando scattiamo un ritratto, cerchiamo angoli in cui la luce rimbalzi sulle superfici naturali o artificiali. Cominciamo a guardarci intorno e troveremo “riflettori” naturali ovunque – un muro, il piano di un tavolo, persino la fiancata di un furgone bianco. Teniamo presente che la luce assume il colore della superficie su cui rimbalza, quindi quelle verdi o blu, ad esempio, potrebbero compromettere la resa dei toni della pelle aggiungendo una dominante innaturale.
4 – Il pannello riflettente
Se non ne possediamo già uno, procuriamoci un pannello riflettente “5-in-1”. Costano relativamente poco e sono preziosissimi per il ritratto!
Quando scattiamo dei primi piani, chiediamo a un assistente o al soggetto stesso di tenere il lato bianco del pannello sotto il mento per far rimbalzare la luce nelle ombre, attenuare le borse sotto gli occhi e dare brillantezza agli occhi.
Possiamo usarlo anche per mettere in ombra il viso quando la luce del sole è troppo diretta, oppure come “diffusore” (se è prevista questa funzione) per ammorbidirla. Se riprendiamo il soggetto con le spalle retroilluminate da un sole basso, il pannello è utile per far rimbalzare la luce sul viso in ombra.
È possibile impiegarlo anche per altri scopi, ad esempio per muovere l’aria e creare un “effetto vento” sui capelli lunghi di modelle e modelli.
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