Prosegue il nostro corso sulle basi della fotografia: oggi scopriamo i fattori che determinano l’esposizione.

30 Marzo 2022 di Redazione Redazione

Le basi della fotografia spiegate in un corso intensivo di cinque lezioni. Dopo aver parlato dell’anatomia di una fotocamera, vediamo come gestire l’esposizione.

Le basi della fotografia #2: l’esposizione

Il diaframma

basi della fotografia

Quando mettiamo a fuoco un punto nella scena, c’è una zona davanti e dietro a quel punto che appare a fuoco. È la profondità di campo, che può essere aumentata o ridotta impostando l’apertura, un diaframma regolabile nell’obiettivo che permette alla luce di raggiungere il sensore.

L’ampiezza dell’apertura è indicata da numeri preceduti da f/, come f/8. Un’ampia apertura (per esempio f/2.8) lascia entrare più luce e produce una profondità di campo ridotta (utile per sfocare lo sfondo o per scattare con poca luce). Un’apertura stretta (per esempio f/16) lascia passare poca luce e aumenta la profondità di campo.

Velocità dell’otturatore

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Un’esposizione dura un certo periodo, determinato dalla velocità dell’otturatore. L’otturatore è una tendina collocata davanti al sensore che si apre per la durata stabilita, permettendo il passaggio della luce. In associazione all’apertura, l’otturatore permette di controllare la quantità di luce che entra nella macchina.

La scelta della velocità dell’otturatore è importante quando nella scena c’è un movimento: una velocità elevata blocca l’azione, mentre una velocità bassa (macchina sul treppiede) produce l’effetto “mosso”.

ISO: che cosa sono?

Un sensore è sensibile alla luce che lo colpisce. Si può regolare la sensibilità (misurata in ISO) per far sì che il sensore abbia bisogno di più o meno luce per registrare un’immagine esposta correttamente. Con poca luce, aumentare gli ISO si traduce in un minor bisogno di luce per ottenere l’esposizione corretta. C’è però un prezzo da pagare per l’aumento della sensibilità: il disturbo, detto anche “rumore”, che deteriora la qualità dell’immagine.

A una bassa sensibilità, come 100 ISO, il sensore richiede più luce ma produce un’immagine di qualità più alta e con assenza di disturbo. In generale, è bene impostare gli ISO più bassi che le condizioni consentono.

Le basi della fotografia: il triangolo dell’esposizione

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Apertura, velocità dell’otturatore e ISO sono i tre lati di un triangolo. Se alteriamo un elemento, dobbiamo compensare regolando almeno uno degli altri due. Per esempio, un’ampia apertura e un breve tempo di posa producono la stessa esposizione di un’apertura stretta con un tempo di posa più lungo, ma l’immagine risultante sarà diversa.

Allargare l’apertura fa entrare più luce, quindi noi compensiamo con un tempo di posa più breve per mantenere la stessa esposizione del sensore alla luce, oppure abbassiamo gli ISO per rendere il sensore meno sensibile alla luce che lo colpisce.

Più a lungo è aperto l’otturatore, più luce passa. Per evitare la sovraesposizione, compensiamo chiudendo il diaframma per ridurre la quantità di luce che passa, oppure abbassiamo gli ISO per rendere il sensore meno sensibile alla luce.

Un’apertura stretta restringe l’apporto di luce e produce una maggiore profondità di campo, spesso benvenuta nei paesaggi. Far passare meno luce significa che dobbiamo usare un tempo di posa più lungo, che richiederà un treppiede se vogliamo uno scatto nitido, oppure dobbiamo aumentare gli ISO.

Saper leggere l’istogramma

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1 – Una foto con basso contrasto
L’istogramma mostra i pixel scuri sulla sinistra e quelli chiari sulla destra. Senza pixel agli estremi della gamma tonale, l’immagine è priva di ombre profonde e di alte luci brillanti; probabilmente sembrerà “piatta”.

2 – Un’immagine predominantemente scura (Low-key)
Un grande picco a sinistra del grafico indica l’abbondante presenza di toni scuri. Se il grafico è interrotto dal bordo sinistro prima di scendere a zero, significa che c’è una sgradevole perdita di dettagli nelle ombre.

3 – Un’immagine predominantemente chiara (High-key)
Un grafico sbilanciato a destra indica un’immagine dominata dai toni chiari. Se il picco tocca il bordo destro, significa che le alte luci sono “clippate” al bianco puro, il che equivale a una sovraesposizione che bisogna evitare.

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