Oggi scopriamo come regolare la messa a fuoco se stiamo fotografando soggetti in movimento, per foto sempre nitide!

18 Gennaio 2022 di Redazione Redazione

Messa a fuoco: dal più statico dei paesaggi alla street photography più frenetica, vediamo come ottenere sempre immagini nitidissime.

La messa a fuoco con i soggetti in movimento

I soggetti in movimento richiedono molta pratica prima di poter essere catturati con buona nitidezza su base regolare. Ciò significa avere la sicurezza di riportare a casa immagini riuscite a ogni sessione, non occasionalmente o per fortuna.

La situazione è più complicata quando anche noi siamo in movimento, come può capitare per esempio in street photography. Non a caso, è spesso consigliato di trovare un punto in cui fermarci e osservare la scena davanti a noi. Quando non è possibile, servono soluzioni percorribili, che possano risolvere uno scenario “medio”, poiché ogni scena reale è in costante mutamento.

La principale difficoltà della fotografia street e documentaristica è la necessità di restare invisibili, sommata al movimento casuale di molteplici elementi intorno e davanti al soggetto. Impugnare la fotocamera davanti al viso e bloccare il fuoco con l’autofocus diventa spesso impraticabile.

I fotografi “di strada” hanno bisogno di un metodo che permetta loro di valutare distanza di fuoco e profondità di campo, per poi attendere che il soggetto entri in una zona predeterminata prima di scattare. 

Questa strategia è tradizionale e affermata e assicura una nitidezza “replicabile”. Funziona con qualsiasi attrezzatura fotografia, così nessuno si trova limitato dalla velocità del sistema AF di fotocamera o obiettivo, che spesso mostra differenze importanti tra modelli professionali ed entry-level.

messa a fuoco

Tecniche come la messa a fuoco a zona offrono uno strumento per capire quando un oggetto sarà a fuoco senza dover guardare nel mirino o nel display Live View. Con l’esperienza possiamo arrivare a valutare a occhio e ci si aprono più possibilità di riprendere persone ed eventi che potrebbero essere disturbati se venissimo visti portare la fotocamera al viso. 

Quando usiamo un metodo non visuale come questo dobbiamo considerare soprattutto il movimento del soggetto e la nostra capacità di compensarlo con scioltezza. Restando immobili, riduciamo la velocità con cui cambiano le distanze tra noi e il soggetto e semplifichiamo il processo di messa a fuoco.

Se il nostro obiettivo manca di scala delle distanze, come molti modelli contemporanei, possiamo mettere a fuoco su un punto predefinito, disattivare l’autofocus e mantenere la distanza di fuoco impostata, se necessario spostandoci senza cambiare l’impostazione dell’obiettivo.

Mettere a fuoco e ricomporre

È una tecnica popolare quando la velocità è prioritaria, perché sfrutta l’autofocus e semplifica il processo. In modalità AF-S, sovrapponiamo il punto AF centrale (il più sensibile) all’area che vorremmo nitida. Teniamo premuto il pulsante di scatto o usiamo il pulsante AE-L/AF-L per bloccare la messa a fuoco e ricomponiamo.

Nelle scene più ampie o con un diaframma chiuso, la messa a fuoco diventa quasi istantanea. Ci sono però due problemi. Dobbiamo usare il mirino o il display LCD posteriore, con il rischio di mettere in allarme il soggetto, e con poca profondità di campo possiamo incappare in evidenti perdite di nitidezza.

Messa a fuoco a zona

Ci sono fotografi di strada che scattano con la fotocamera al fianco e ottengono immagini perfettamente a fuoco. Come fanno? Applicano la messa a fuoco “a zona”. In pratica, si mette a fuoco in anticipo e si scatta quando il soggetto sembra alla distanza giusta.

Per questo metodo funzionano meglio i grandangoli: un 35 mm può andare bene, ma un 28 mm è ideale. Le focali ancora più corte, come 20 mm o 24 mm, offrono una profondità di campo più estesa, ma ci portano ad avvicinarci troppo ai soggetti, se li vogliamo abbastanza grandi nell’inquadratura. 

Cominciamo impostando la modalità manuale. Il diaframma dovrebbe essere tra f/8 e f/16 e il tempo di scatto il più vicino possibile a 1/500 di secondo (usiamo la funzione ISO Auto per aiutarci). Mettiamo a fuoco in manuale su un oggetto a circa tre metri di distanza.

La profondità di campo, la fascia di nitidezza accettabile, si estende per 1/3 davanti al punto di fuoco e 2/3 dietro. A seconda di diaframma e lunghezza focale, dovremmo avere una profondità di campo nell’ordine di un metro davanti e un paio dietro. In pratica, dovremmo avere tutto a fuoco da circa un paio di metri fin verso i cinque.

A questo punto, dobbiamo solo scattare quando un soggetto passa in questa fascia. Il processo è semplice se guardiamo nel mirino, ma richiede pratica con la fotocamera al fianco. Un 28 mm può essere tenuto diritto, mentre un 35 mm deve essere inclinato leggermente verso l’alto.

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