Se vogliamo davvero migliorarci, prima o poi dobbiamo cominciare a scattare in modalità manuale: ecco tutto quello che dobbiamo sapere.

10 Ottobre 2022 di Redazione Redazione

Ecco tutto quello che occorre sapere per scattare in modalità manuale: dimentichiamo, dunque, gli automatismi per risultati più coerenti e affidabili!

Intro

Abbiamo comprato una Canon da poco e ci affidiamo alla modalità automatica praticamente per tutto. Ok, va bene farlo per muovere i primi passi – AUTO è lì per quello. Tuttavia, se vogliamo davvero migliorarci, prima o poi dovremo girare la ghiera su M, e non solo per imparare la relazione tra diaframma, tempo di posa e ISO…

A cosa serve la modalità manuale?

In poche parole: a ottenere risultati “costanti”. A patto che la luce non cambi, M ci mette in condizione di realizzare una serie di scatti caratterizzati dalla stessa identica esposizione. Lavorando su un ritratto, ad esempio, potremo impostare l’esposizione per il viso e poi, in pratica, dimenticarcene. Riprenderemo la persona contro un fondale nero, poi contro uno bianco, e il viso rimarrà sempre correttamente esposto.

Se usassimo un’altra delle modalità semi-automatiche della zona creativa, come Priorità di diaframma (A) o Program (P), la fotocamera varierebbe invece l’esposizione per tenere conto dello sfondo e potrebbe capitarci di ottenere un ritratto sottoesposto (con il fondale bianco) o uno sovraesposto (con il fondale nero). 

Il discorso è diverso se la luce dovesse cambiare, perché, se la luce cala o si fa più intensa, l’immagine la segue. In questo caso, saremmo costretti a tornare a regolare diaframma, tempo di posa e ISO per ritrovare l’esposizione corretta. Scattando con una mirrorless EOS R, qualsiasi problema con l’esposizione sarà immediatamente evidente nel mirino elettronico. In quelli ottici delle reflex, invece, l’immagine nel mirino non cambierà, quindi dovremo essere noi a prestare attenzione in fase di revisione sul display.

La lettura della luce in manuale

Quando scattiamo in modalità manuale la fotocamera continua a misurare la luce riflessa dal soggetto e a comunicarci se l’immagine, per lei, è esposta in modo corretto o no. Su una reflex, il mirino offre informazioni limitate, ma non manca la barra dell’esposizione: l’indicatore si muove lungo la scala per mostrare se l’area misurata sarà esposta come tono medio (al centro), più scura o più chiara.

Basare l’esposizione su una lettura della zona nera fa sì che l’immagine risulti troppo chiara
Basare l’esposizione su una lettura della zona bianca fa sì che l’immagine risulti troppo scura

Possiamo anche usare il display in modalità Live View per vedere l’istogramma in tempo reale e attivare la simulazione dell’esposizione, che offre una guida di massima su quanto luminosa, o quanto buia, apparirà l’immagine.

Le mirrorless, come EOS R10 ed EOS R6, hanno il vantaggio del mirino elettronico (EVF), che permette di avere istogramma e simulazione dell’esposizione nel mirino stesso, in tempo reale, senza nemmeno dover staccare l’occhio dalla fotocamera! 

Controlliamo l’esposizione manualmente

Scopriamo come cambiare la luminosità con diaframma, tempo di posa e ISO.

Diaframma
Possiamo aumentare la luminosità aprendo il diaframma (l’apertura nell’obiettivo da cui entra la luce): scegliamo un numero f/ basso, che corrisponde a un’apertura più grande. Per ridurre la luminosità, usiamo un numero f/ alto (apertura più piccola).

Tempo di posa
Le velocità di scatto più lente rendono le immagini più luminose, quelle più veloci le scuriscono. I tempi lenti, però, aumentano anche il rischio di ottenere risultati mossi, quindi in alcuni casi è meglio regolare ISO o diaframma.

Livello ISO
Alzando gli ISO amplifichiamo il segnale e quindi l’immagine appare più luminosa. Le impostazioni più alte, tuttavia, riducono la resa dell’immagine. Se vogliamo una scena più buia, impostiamo un livello ISO più basso.

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