Chi ama la fotografia dovrebbe almeno una volta nella vita cimentarsi con la stampa in camera oscura. Entriamoci insieme...

7 Luglio 2022 di Redazione Redazione

Chi ama la fotografia dovrebbe almeno una volta nella vita cimentarsi con la stampa delle fotografie in camera oscura. L’attrezzatura indispensabile è minima e l’unica spesa di un certo valore riguarda l’ingranditore, che però si può trovare usato su Internet.

Poi basta procurarsi un ripostiglio, della carta da stampa, gli acidi per sviluppo, arresto e fissaggio, tre bacinelle, delle pinzette, un timer, un focometro (per mettere a fuoco il negativo sulla carta) e una luce rossa. E si può cominciare a vivere un’esperienza bellissima! 

Nel frattempo, abbiamo visitato un laboratorio specializzato per vedere come funzionano le cose. In questo caso si è realizzata una stampa in bianco e nero.

Dentro la camera oscura

1 – La luce rossa

Dopo aver acceso la luce di sicurezza rossa, inseriamo lo spezzone di pellicola o il singolo fotogramma nel portanegativi dell’ingranditore.

2 L’ingranditore

Collochiamo il foglio di carta sensibile sul piano dell’ingranditore, regoliamo il diaframma e controlliamo la messa a fuoco con un focometro.

3 – Schermiamo…

Una volta avviata l’esposizione, possiamo mascherare la luce che arriva dal proiettore sulle zone più chiare dell’inquadratura, anche usando le mani.

4 – … E bruciamo

Può essere anche necessario fare delle bruciature prolungando il tempo di esposizione nelle zone scure. In Photoshop l’effetto si ottiene proprio con i tool Scherma e Brucia.

5 – Il rivelatore

Impostato il timer, esponiamo la carta nella bacinella di sviluppo, che va mossa affinché il rivelatore agisca con più efficacia. Continuiamo a lavorare in luce rossa.

camera oscura

6 – Camera oscura: attenzione agli acidi

Una volta sviluppato, mettiamo il foglio di carta nella bacinella del bagno di arresto, fatto di una soluzione di acido acetico.

7 – Scuotiamo la bacinella

Anche nel bagno di arresto, è utile muovere la bacinella per rinnovare continuamente l’azione dell’acido sulla carta. Procediamo con attenzione.

8 – Il fissaggio

L’ultimo passaggio è quello nella vaschetta del fissaggio, che renderà duratura l’azione degli agenti chimici e fisserà in modo permanente la foto.

9 – Et voilà!

Fissata sulla carta l’immagine, il processo di stampa è completato: adesso è possibile accendere la luce per esaminare il risultato del lavoro! 

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C'è 1 commento

  • Avatarpaolo massimo rossi

    Ritrovare la bellezza della fotografia, accattivante nostalgia in alternativa a un consumismo sfrenato. Ormai fotografare in digitale è come prendere una pasticca contro il mal di testa. Una volta erano necessarie due o tre ore, adesso dicono 5 minuti. Quando il mal di testa passerà in cinque secondi saremmo arrivati al fondo, del mal di testa e della fotografia.

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