Nei ritratti all’aperto, proviamo a riprendere il soggetto da differenti prospettive. Le sorprese non mancheranno!

24 Novembre 2021 di Redazione Redazione

Quando scattiamo ritratti all’aperto, proviamo a riprendere il soggetto da differenti prospettive. Le sorprese non mancheranno!

Punti di vista

Al momento di comporre un ritratto, di solito emergono diverse questioni. Che cosa includere nell’inquadratura? Che cosa escludere? Come deve posare il soggetto? La luce è davvero quella giusta? In che modo apertura e focale influenzeranno il risultato? 

In genere, ci poniamo queste e altre domande a livello del tutto inconscio. Quando è possibile, però, prima di premere il pulsante di scatto vale la pena di fermarsi qualche istante a pensare. Così facendo le chance di ottenere una foto migliore cresceranno esponenzialmente, soprattutto se siamo alle prime armi.

In particolare, nella fotografia di ritratto, la scelta della prospettiva (nel senso del “punto di vista”) da cui scattare è fondamentale. Tanto più che non solo abbiamo la possibilità di muoverci liberamente intorno al nostro soggetto – abbassandoci, alzandoci o spostandoci a sinistra o a destra per ottenere l’angolazione migliore – ma possiamo anche cambiare posizione al modello o alla modella secondo le nostre esigenze.

Tre esempi di ritratti

1Ritratti a figura intera

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L’immagine qui sopra mostra come un non-fotografo o un dilettante potrebbe realizzare un ritratto a figura intera. È
un semplice scatto all’altezza degli occhi con un obiettivo dalla focale ampia. Il corpo appare appesantito e lo sfondo disordinatamente ingombrante.

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Ecco invece cosa succede montando un 70-200 mm, facendo qualche passo indietro e zoomando sul soggetto. Le focali più lunghe sono ottime per separare un soggetto dallo sfondo, poiché l’angolo di campo più stretto enfatizza lo sfocato. Qui ci siamo anche sdraiati a terra per lo scatto. Ciò ha permesso di allungare la forma del corpo e produrre una bella sfocatura sulle foglie nella parte inferiore dell’inquadratura.

2Di fronte o… storto?

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Qui abbiamo iniziato con uno scatto semplice e diretto del nostro soggetto, prima di lavorare sulla prospettiva per una visione più laterale che probabilmente offre all’immagine un aspetto più dinamico, con primo piano e sfondo sfocati. Ora c’è una maggiore separazione tra il soggetto e l’ambiente circostante.

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Detto questo, alcuni potrebbero preferire la vista diretta, con il suo look piacevolmente “grafico”. Un audace blocco di colore o una texture interessante possono apparire fantastici se catturati direttamente in questo modo.

3Dall’alto o dal basso?

Un semplice primo piano ripreso all’altezza degli occhi, non è necessariamente una cosa negativa, anzi. Tuttavia, un nuovo punto di vista potrebbe portare a una foto più interessante.

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Ad esempio, un’angolazione più dall’alto consente di mettere fuori fuoco il corpo e spinge il soggetto a inclinare verso l’alto il viso riducendo al minimo il rischio di “doppio mento”. 

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In alternativa, come nel nostro caso, una prospettiva dal basso può non donare a chi ha già la mascella volitiva, ma sul soggetto giusto (come qui) può regalare un ritratto più audace, nonché consentirci di inquadrare il viso contro il cielo luminoso. Ciò conferisce all’immagine una geometria più forte e, in generale, un impatto maggiore.

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