Per scattare immagini panoramiche o realizzare un’esposizione multipla il treppiede è fondamentale: scopri perché.

12 Aprile 2023 di Redazione Redazione

Ci sono situazioni in cui l’uso del treppiede è fondamentale. Non solo per ottenere immagini nitide, ma per portare ai massimi livelli la tua creatività. Il fotografo Steve Davey illustra due di queste occasioni…

Creare un panorama con il treppiede

Scattare immagini panoramiche (cioè una serie di foto unite a formare un quadro più ampio) oggi è più facile che mai. La funzione Panorama di Adobe Lightroom è in grado di unire più immagini in modo impeccabile e arriva persino a gestire automaticamente gli spazi bianchi che si creano ai margini, dove le inquadrature non si allineano con precisione.

Permette di ritagliarli, riempirli con un contenuto automatico o applicare il giusto quantitativo di Deformazione bordi (il cursore che deforma progressivamente i margini per riempire gli spazi rimasti vuoti).

Altezza di scatto

«Lightroom funziona così bene che spesso non mi sono preso la briga di montare il treppiede», dice Steve. «Ogni volta in cui l’ho fatto, però, i risultati sono stati di gran lunga migliori – soprattutto quando il soggetto è un interno o presenta elementi vicini alla fotocamera».

Lavorando a mano libera, infatti, il solo gesto di ruotare il torso per ogni successivo scatto finisce inevitabilmente per portare un’estremità del panorama più in alto dell’altra. Per ovviare al problema, che risolveremo con un ritaglio, diventa necessario estendere anche molto l’inquadratura di ogni singolo scatto: di fatto, si perde molta risoluzione. Senza treppiede, è molto facile cedere alla fretta e scattare prima che la fotocamera abbia messo a fuoco o, addirittura, mentre ci stiamo ancora muovendo.

«È un problema che riscontro in genere su almeno uno o due scatti su un totale di dieci o venti», racconta il fotografo. «Per sicurezza, finisco spesso a scattare due o tre versioni dello stesso panorama, quando in realtà l’unica cosa che dovrei fare è scattarne una sola nel modo migliore, ovvero con il treppiede!».

Orizzonti diritti

Alcuni treppiedi hanno una livella sul corpo, oltre che sulla testa. La livella sulla testa va bene per una singola immagine, ma quella sul corpo aiuta a garantire che tutto sia diritto e che il panorama sia perfettamente parallelo all’orizzonte. Il treppiede ci rallenta e così evita il mosso allo scatto e le immagini fuori fuoco.

Continua Steve: «Con il treppiede ho un tasso di successo molto più alto rispetto a quando lavoro a mano libera, devo ritagliare meno, posso inquadrare i singoli scatti più stretti e in pratica ottengo un risultato a più alta risoluzione».

Un altro trucco per allineare meglio le immagini è usare la fotocamera in verticale, per avere un’inquadratura di pari altezza con una focale più tele, e quindi avere meno distorsione. Infine, il treppiede è vitale per usare una testa a bilanciere o una panoramica, che ruota intorno al punto nodale ed elimina ogni errore di parallasse, soprattutto con gli oggetti più vicini, che se vengono distorti non si allineano più.

Il treppiede per le esposizioni multiple

Ci sono molte situazioni in cui capita di unire in Photoshop due o più elementi diversi di una singola scena: la fusione diventa molto più semplice se abbiamo avuto la possibilità di tenere la fotocamera immobile tra uno scatto e l’altro.

Spiega Steve: «Le esposizioni multiple non devono avere per forza soggetti di chissà quale drammaticità: di recente ho fotografato un semplice torrente in un bosco nella regione del Dartmoor (foto in alto). Ho esposto il corso d’acqua per 15 secondi, per sfocarne il movimento, ma con un tempo così lungo mi sono ritrovato un leggero mosso anche tra le felci del primo piano, agitate dalla brezza. L’effetto era sgradevole e rovinava l’impatto della sfumatura morbida del torrente. La soluzione è stata semplice: ho esposto di nuovo, a 1/60 di secondo, abbastanza veloce per eliminare il movimento delle fronde. Già che c’ero ho anche arretrato un po’ il punto di fuoco, portandolo più vicino al primo piano, per avere una nitidezza superiore».

La post-produzione

Prosegue Steve: «A casa non ho dovuto fare altro che elaborare le due esposizioni con le stesse identiche impostazioni, per poi aprirle in Photoshop. Con lo strumento Lazo ho tracciato una selezione di massima intorno alle parti statiche del primo piano, poi ho applicato una leggera sfumatura alla selezione e le ho copiate. Le ho trasferite nell’altra inquadratura, con il comando Incolla nella stessa posizione. Poiché avevo usato il treppiede e la fotocamera non si era mossa tra i due scatti, le due parti si sono allineate alla perfezione, precise al pixel. L’effetto è delicato, ma molto efficace».

Fotografare parti diverse di una scena con impostazioni diverse non è l’unica tecnica di esposizione multipla resa accessibile dal treppiede. Puoi anche combinare due elementi diversi nella stessa immagine o prelevare un soggetto da un’inquadratura e inserirlo in un’altra in cui magari la luce è migliore, o dove una distrazione è stata rimossa dallo sfondo.

Lascia un commento

qui