Abbiamo intervistato Marina Barbati che ci racconta i segreti della sua grande passione: la dog photography.

1 Maggio 2020 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Per molti di noi cani e gatti sono stati un aiuto importante per affrontare la solitudine legata a queste settimane di distanziamento sociale dovuto all’emergenza Covid-19. E, molto spesso, i nostri amici sono diventati il soggetto privilegiato delle nostre fotografie. Ma ritrarre un cane può rappresentare una bella sfida!

Ecco, allora, i suggerimenti di Marina Barbati, fotografa matrimonialista che ha scoperto la dog photography grazie alla sua Border Collie Greta.

Marina, come ti sei avvicinata alla fotografia di cani? Il tuo Border Collie Greta… ci ha messo lo zampino?

Sono fotografa dal 2013, mi sono occupata principalmente di matrimoni in un importante studio fotografico toscano. Quando Greta è entrata nella mia vita – un po’ come per tutti, quando si prende un nuovo cane – mi piaceva fotografarla. Ho iniziato a cercare online foto di cani e a sperimentare con la mia reflex. La ritengo assolutamente responsabile se oggi, da quasi due anni, fotografo solo cani e ho abbandonato i matrimoni!

Quali sono le principali competenze richieste a un fotografo che si occupa di cani? Una conoscenza cinofila di base è indispensabile?

Ho scoperto a mie spese che nonostante avessi una buona dimestichezza con la mia macchina fotografica, non era abbastanza. Ho riletto da cima a fondo il manuale della reflex e, per mettere tutto bene in pratica, ho iniziato a creare una vera relazione di fiducia con Greta. Ci abbiamo messo un po’ a trovare il nostro equilibrio. Ma posso dire con assoluta certezza che la cosa fondamentale, per chi vuole fotografare i cani, è iniziare a vedere il mondo dal loro punto di vista.

Marina Barbati 2

Dog photography: le principali difficoltà

Quali sono le principali difficoltà nel ritrarre i cani in azione? Come ti rapporti a loro?

Ogni esemplare è diverso. La statura del cane fa la differenza: quelli piccoli sono molto più difficili da fotografare rispetto a un cane di grande taglia. La difficoltà principale, nel ritrarli in corsa, è sicuramente riuscire a mettere a fuoco gli occhi. Con i cani in questo caso mi rapporto poco, cerco piuttosto di relazionarmi con il proprietario provando a capire cosa può piacere al suo amico e cosa potrebbe metterlo in difficoltà. Per realizzare i reportage prediligo sempre zone lontane dal caos della città, dove i cani possano gestirsi il tempo che passiamo insieme annusando, correndo, scoprendo nuovi luoghi.

Nel caso dei ritratti, come si fa a chiedere a un cane di “mettersi in posa”? Come fai emergere la personalità di ciascuno o le peculiarità fisiche?

È molto soggettivo. Ci sono cani che hanno bisogno di tempo per permettermi di avvicinarmi a loro e fotografarli. Il primo step è guadagnare la loro fiducia. Per alcuni cani non è piacevole vedersi puntare addosso un obiettivo! Il rapporto di fiducia che i proprietari hanno con i loro amici è fondamentale per guadagnarmi a mia volta la fiducia del cane. Il proprietario porta con sé sempre tutto il necessario: giochi, premietti, biscotti… Se i quattrozampe hanno qualche comando, come un “seduto” o un “terra”, lo sfruttiamo per realizzare le foto. Altrimenti, spesso, viviamo il momento e vediamo cosa mi regala il cane. Creare una situazione di totale relax per l’animale permette a quest’ultimo di poter essere se stesso, senza essere giudicato, semplicemente mostrando la sua essenza. Inoltre, conoscere le razze (o, nel caso dei meticci, gli incroci tra più razze) è importante per valorizzare le caratteristiche del cane stesso.

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Dog photography: le impostazioni

Venendo agli aspetti più tecnici, che impostazioni usi per la messa a fuoco?

Ho fatto diverse prove su automatismi e funzioni manuali della reflex. Un buon compromesso, per una buona percentuale dei miei servizi fotografici, è la priorità di diaframma. Sono sempre stata abituata a scattare in manuale, ma con i cani è tutta un’altra storia. Sono davvero tante le considerazioni che ho dovuto fare nel tempo. In genere, tengo il diaframma aperto; da quello regolo ISO e velocità di scatto, in funzione delle condizioni ambientali e del tipo di immagine che devo realizzare.

Hai detto che è difficile mettere a fuoco gli occhi del cane quando ti viene incontro correndo: come risolvi questo problema?

Sicuramente è molto importante avere la collaborazione del proprietario durante il servizio fotografico. In questo modo, durante la corsa cercheremo di far sì che il cane abbia un’andatura abbastanza lineare, senza cambi di direzione. Ovviamente la pratica e la conoscenza della tipologia di cane che ho davanti sono fondamentali, perché ogni esemplare ha un’andatura diversa nella corsa.

In genere, quali interventi fai in post- produzione?

Tutto dipende dal lavoro commissionato. In linea di massima tendo a non stravolgere la foto, cercando già durante lo scatto di avere un’immagine pronta per essere pubblicata. Elementi di disturbo, luce errata, inquadrature sono tutte cose che cerco di correggere già dentro la macchina fotografica. In post-produzione sono molto attenta agli occhi: provo a tirare fuori i dettagli dello sguardo, proprio perché nei miei scatti cerco di attirare l’attenzione totalmente sugli occhi. Altra cosa sulla quale mi concentro è il pelo: deve sembrare che lo si possa quasi toccare.

Quali consigli daresti a un fotografo che volesse avvicinarsi a questo genere di fotografia, in crescita in Italia ma non certo facile?
Sicuramente conoscere un po’ il mondo dei cani. Chi ne possiede uno, come me, è senza dubbio avvantaggiato. È uno studio continuo per me, con i miei cani seguo corsi dedicati ad alcune tematiche perché possono essere utili e importanti durante gli shooting.
Che cosa ti piace soprattutto del tuo lavoro e che cosa ami di più nei cani?
Ho scoperto tantissime cose grazie a Greta. Insieme abbiamo imparato quanto è bello vivere le emozioni all’ennesima potenza, discutere, fare pace e crescere. Adoro stare all’aria aperta, anche sotto la pioggia. Greta è stata, ed è, la parte più folle di me. Abbiamo un amore viscerale e, tutti i giorni, lottiamo per questo grande amore che ci lega. Amo la sincerità dei cani, questa continua voglia di positività. Io nella mia vita non potrei fare assolutamente altro.
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Parlaci del tuo impegno a favore del Rifugio del cane di Pistoia. La fotografia può anche aiutare i cani meno fortunati?

Quando ho deciso di licenziarmi e dedicarmi ai cani, ho passato un intero anno in giro per l’Italia realizzando servizi fotografici per privati, in centri cinofili, per aziende. Ho fotografato più di cento cani ma avevo voglia di conoscerne molti di più. Allo stesso tempo, volevo che le mie foto avessero un fine, non solo personale. Ho cominciato a seguire il lavoro di Marina Garfagnoli, educatrice toscana che si occupa di sostenere il Rifugio del cane di Pistoia. Mi si è aperto un mondo sconosciuto. Da quel momento ho pensato che sarebbe stato fantastico creare qualcosa insieme a Greta per i cani del Rifugio. Così è nato questo appuntamento settimanale in Rifugio, dove dono ai cani tutta me stessa, umanamente e fotograficamente, realizzando scatti che possano aiutarli a trovare una nuova famiglia e che mettano in luce il loro essere unici e speciali, nelle loro certezze, insicurezze, nel loro essere buffi, paurosi, sicuri e insicuri. A novembre, direttamente dal Rifugio del cane di Pistoia, abbiamo anche deciso di adottare un trovatello che veniva dal Sud. Era al canile da maggio. Il nostro, timido, quanto simpatico, Mirò. Greta e Mirò sono sicuramente tutto ciò che non mi sarei mai immaginata di potermi regalare. Ogni giorno una nuova lezione su come si costruisce un rapporto di totale fiducia, rispetto. Sono una persona fortunata.

Marina Barbati

Marina Barbati profilo

Si è appassionata al mondo della fotografia in seguito a un corso in un fotoclub. Instagram, poco dopo, è stato artefice di un cambiamento totale nella sua vita. Da fotografa di matrimonio in un importante studio fotografico toscano, ha girato l’Italia, collaborato con wedding planner e conosciuto tante culture e persone. Oggi si occupa solo di dog photography, lavorando per privati e aziende nel mondo del pet e del sociale, e portando avanti progetti personali. È fondatrice, con Alessio Guazzini, del progetto nazione Dog Photo Italy, che coinvolge fotografi da tutta Italia con lo scopo di divulgare la fotografia professionale dedicata ai cani.

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