È in edicola IL FOTOGRAFO 333 dedicato al rapporto tra uomo e natura. Attraverso le immagini di Sebastião Salgado, Nick Brandt, Angela Lo Priore, Mattia Marzorati, Nicolò Begliomini, Irina Rozovsky, Vlad Sokhin, Mayumi Suzuki e Lorenzo Zelaschi si affrontano temi quali l’ambiente, il clima, la sostenibilità e il futuro.
IL FOTOGRAFO 333: l’editoriale di Luca Venturi
Ecco uno stralcio dell’editoriale di Luca Venturi, direttore artistico e fondatore del Siena International Photo Awards, che ci parla di uno degli scatti vincitori di questa edizione.
Can a picture make a difference? Non è solo il titolo di questo editoriale. È anche il nome della raccolta fondi recentemente lanciata a favore del piccolo Mustafa e di suo padre Munzir, protagonisti della fotografia Hardship of Life di Mehmet Aslam che, dall’annuncio dei vincitori del Siena International Photo Awards, in pochissimi giorni è stata pubblicata dai più importanti quotidiani del mondo, dalle più autorevoli emittenti televisive, nonché condivisa sui social da attori e personaggi famosi come Angelina Jolie.
La risposta ottenuta dall’incredibile cassa di risonanza che ha avuto l’immagine ha certamente dimostrato che uno scatto può raggiungere in brevissimo tempo il mondo intero e che è in grado di riempire di like e commenti le pagine dei social.
Ma questo è sufficiente a dimostrare di essere anche in grado di smuovere le persone e le loro coscienze? Può ispirare un cambiamento positivo grazie all’evidente supporto della narrazione visiva sulle questioni ambientali e sociali?
«La posizione di queste due persone è quasi iconica e scultorea, un memoriale per celebrare il potere dell’amore. È una foto inquietante, potente, importante e allo stesso tempo incredibilmente bella», ha motivato la fotogiornalista tedesca Britta Jachinski, quest’anno in giuria al Siena International Photo Awards assieme ad altri autorevoli fotografi.
«Quando questa immagine è apparsa sul mio schermo – ci ha raccontato il fotografo ungherese Joe Petersburger – all’inizio stavo per piangere. Ma ero altrettanto pronto a ridere con loro».
Il fotografo Sergio Pitamitz ha osservato: «In uno scatto, tutta la tragedia di un conflitto ma anche la felicità di essere sopravvissuti. Un forte messaggio di denuncia, ma anche di speranza per un mondo migliore».
Ma la domanda resta: Can a picture make a difference?
Lo scopriremo sicuramente a breve. Io sono fiducioso e mi auguro che su questa rivista possa essere presto pubblicata un’altra foto: quella di Mustafa che cammina e gioca con i suoi nuovi arti, che riprende a sorridere felice di avere un futuro davanti a sé.
E tutto questo grazie all’abbraccio di un mondo intero che, oltre ad aver dato una grande prova di solidarietà e di fiducia nei confronti di chi ha lanciato la campagna di raccolta fondi, avrà dimostrato che A PICTURE CAN MAKE A DIFFERENCE! Perché la fotografia è amore, passione, forza, speranza e sentimento.
IL FOTOGRAFO n. 333 è in edicola o sul nostro store (anche in abbonamento) a questo link