
Untitled, dalla serie Peonie, 2010 © Fabio Zonta
Ora ti dedichi prevalentemente alla ricerca artistica. Qual è il significato simbolico di cui si arricchiscono le tue immagini? «Le prime foto che ho realizzato in queste nuovo ambito di lavoro ritraggono i semi volatili (soffioni, gelsomini, epilobi ecc.) che, a mio avviso, riflettono tantissimo il senso del ciclo della vita, dalla morte alla rinascita. A questo proposito, Carl Jung scrive che “tutto è già accaduto e non ancora accaduto, tutto è già morto e non ancora nato”. Questo è il tema che sta alla base del mio lavoro. Procedendo mi sono dedicato ad altri soggetti, dalle sfioriture di fiori colorati, fino alla serie Atomismo, il cui titolo si riferisce al concetto secondo cui sul nostro pianeta da miliardi di anni si aggregano e disgregano gli stessi atomi ricombinandosi in forme sempre diverse e, aggiungo io, sempre di straordinaria bellezza. Il nostro corpo, in un certo senso, è già appartenuto a milioni di altri esseri viventi. L’acqua che beviamo quotidianamente è già stata bevuta da altri esseri e così è anche per l’aria che respiriamo. Il genere umano è solo una brevissima parentesi in questa maestosa macchina che è il pianeta Terra. Quest’ultimo ha sempre dispensato armonia ed equilibrio tra tutte le specie che l’hanno abitata, e mi auguro che l’uomo possa in futuro rispettarne l’equilibrio con maggiore attenzione».

Untitled, dalla serie Palingenesi © Fabio Zonta
A cosa ti stai dedicando attualmente? «In questo periodo mi sto dedicando a una serie che ho chiamato Vanitas. Ogni singola immagine di questo nuovo progetto ritrae una composizione in cui combino tre o quattro soggetti che abbiano in sé i segni della spirale, siano essi animali come conchiglie e chiocciole o vegetali come le foglie di Araucaria o alcune strutture interne alle radici. Il tutto è avvolto dalla patina del tempo. La forma della spirale assume in questo contesto creativo un valore simbolico importante, in quanto figura allegorica che nell’arte antica rappresenta il momento in cui si viene alla luce, riconoscibile nella struttura delle galassie o nelle linee che seguono le chiome vellutate dei neonati»
Fabio Zonta
Nasce a Bassano del Grappa. Dal 1977 lavora all’agenzia Publifoto di Milano come assistente di Alfa Castaldi, Christopher Broadbendt e Davide Mosconi. Collabora con riviste come Abitare, Domus, Gran Bazaar, Ottagono e Interni. Fotografa per importanti studi di architettura tra cui Cini Boeri, Matteo Thun e Antonio Zanuso. Documenta per cataloghi e mostre l’opera di artisti italiani e stranieri. Fotografa per istituzioni e musei, tra cui Le stanze del Vetro – Fondazione Cini di Venezia, il Musèe des Arts Decoratifs di Parigi, il Metropolitan Museum di New York. La Triennale di Milano ha acquisito 90 sue foto. È rappresentato da Lens Cloud di Londra e da Bugno Art Gallery di Venezia.