Vi proponiamo uno stralcio dell’intervista a Tony Gentile, che ci parla del suo ultimo libro: Sicilia 1992.

18 Gennaio 2023 di Giovanni Pelloso Avatar

Famoso nel mondo per l’immagine che ritrae, in confidenziale amicizia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a pochi giorni dalle stragi, Tony Gentile ha raccontato in un libro – Sicilia 1992. Luce e memoria – non solo gli anni terribili della guerra di mafia che a Palermo ha seminato centinaia di morti, ma, più in generale, una società e il suo modo d’intendere la quotidianità.

Dalle processioni religiose alle giornate allo stadio, l’autore offre il suo sguardo su differenti momenti di vita ordinaria, creando un inevitabile cortocircuito nella percezione del fruitore. Attraverso le immagini è resa esplicita la dicotomia tra i due volti opposti della città: la tragedia e l’umanità.

L’intervista a Tony Gentile

È uscito da poco il tuo nuovo libro. Qual è stata l’esigenza prima di questo racconto?

«Innanzitutto risponde alla necessità di un fotografo che ha lavorato per più di trent’anni e che, pensando al proprio percorso professionale, al di là delle singole foto che possono essere entrate nell’immaginario collettivo, arriva a mettere mano all’archivio e inizia a guardare con attenzione a cosa c’è dentro».

«In questi anni mi sono accorto che, oltre a essermi relazionato con gli eventi che il mercato giornalistico richiedeva, mi sono relazionato soprattutto con la mia città. In altre parole, ogni immagine racconta anche il mio rapporto con quelle storie perché in quel momento io ero un palermitano che sentiva sulla propria pelle le atmosfere di quegli anni».

«Queste vicende portano con sé sentimenti diversi. Non puoi toglierle dalla tua vita. Sono e rimangono un pezzo della tua vita. E tutti i giorni sei chiamato a misurarti con questa pesantezza. Guardare all’archivio rispondeva, anzitutto, alla necessità di comprendere maggiormente il mio vissuto, cercando di uscire da una gabbia identitaria, quella di chi ha realizzato un’immagine iconica forte e che in qualche modo ne subisce il peso. Tutti ti riconoscono per questo e tutti ti cercano per questo. A un certo punto mi sono chiesto se avevo fatto dell’altro».

Qual è l’evidente differenza con il primo libro?

«Il primo libro si basa su un intreccio tra fotografia e letteratura. Ho volutamente cercato uno scrittore bravo, siciliano, per dar vita a un racconto che permettesse di comprendere quelle storie non solo dal punto di vista della cronaca, che tutti conosciamo, ma con un taglio letterario che a volte è più utile per capire le ragioni profonde di quanto è successo. In questo nuovo libro non c’è più il racconto di Davide Enia, ma c’è il mio racconto personale».

«Il nucleo fotografico, derivante dalla selezione, è totalmente diverso rispetto al primo libro che seguiva fedelmente una linea cronologica. C’è una sorta di caos che governa il tutto. Non segue un percorso temporale, ma quello della parola e delle emozioni. Sono parole che ho individuato pian piano e che mi suscitano determinate sensazioni. In breve, a ogni parola che fisso e che descrivo si affiancano delle fotografie testimoniali».

Un intreccio di sguardi

C’è un capitolo-parola, in particolare, sul quale desideri soffermarti?

«Una delle parole su cui ho indagato è “sguardi”. Mi sono accorto che ho proprio ricercato le persone che guardavano in macchina. Spesso i fotografi tentano in tutti i modi di evitare lo sguardo diretto, nell’obiettivo, perché si ha l’impressione che questo indebolisca il valore della fotografia. Si pensa che, venendo scoperti, ciò che si fotografa risulti inquinato dalla propria presenza».

«Questo intreccio di sguardi, invece, mi affascina e mi interessa poiché in quell’immagine si rivela anche la mia esistenza. La mia presenza sta nello sguardo dell’altro».

Luce e Memoria ©Tony Gentile. Palermo 1990

«Un altro capitolo è dedicato alla festa. Ho inserito come primo scatto quello di un ragazzino che beve a una fontana alimentato da un silos d’acqua – nei periodi di carenza sono disseminati in tutta la città –. L’acqua era, e rimane, uno strumento di potere. Ma la festa è stata anche il 23 maggio 1992 quando è saltata l’autostrada tra l’aeroporto di Punta Raisi e Palermo – in molte carceri italiane hanno brindato quella sera –».

Leggi tutta l’intervista a Tony Gentile di Giovanni Pelloso su IL FOTOGRAFO 339, in edicola e a questo link

Sicilia 1992. Luce e memoria
Tony Gentile
Silvana Editoriale
176 pagine
35 euro

Lascia un commento

qui