8 Aprile 2020 di Redazione Redazione
Nel fotografare dettagli di pietanze, nel saper restituire l’elaborato intreccio di odori e profumi si dà origine a un vortice di sensazioni. Wesley Dombrecht trasforma in immagini artistiche la materia prima, utilizzando uno stile minimalista basato su un’attenta resa compositiva e una studiata illuminazione. Una mescolanza di rimandi all’opera pittorica, di tocchi surreali, sommata a un’atmosfera particolare.

Uno scatto per cinque sensi

Wesley Dombrecht coinvolge lo spettatore in tutti i sensi: la vista, perché esteticamente crea un’inquadratura equilibrata, l’olfatto, perché riesce a far immaginare il profumo di una pietanza, il tatto, in quanto presenta il cibo come un gioiello da indossare o un tesoro materico da preservare, l’udito, richiamato dal caratteristico rumore dell’olio o del grasso che friggono crepitando, il gusto, nel rimando alla gola, uno dei peccati capitali.

Fagiolo marrone. Wesley Dombrecht

Fagiolo marrone. In Giappone alcune leggende narrano che i fagioli allontanano i demoni e i fulmini, mentre in Europa evocano il simbolo dell’immortalità, poiché una volta immersi nell’acqua ritornano freschi. Nel popolare racconto inglese Jack and the Beanstalk il fagiolo è una pianta magica che fa da ponte fra il mondo dei vivi e dei giganti, così questa fotografia è permeata da un alone magico.

Le tue immagini mostrano una perfetta composizione attraverso uno studiato utilizzo dell’inquadratura. Hai tratto ispirazione da qualche artista? «Guardo all’opera di molti autori appartenenti a generi diversi. Ho un amore speciale per i pittori. Leggo molti libri e visito, appena ne ho l’occasione, delle mostre in musei e gallerie. Mi incuriosisce, in particolare, l’utilizzo della luce e dell’ombra per rendere dimensione e profondità. L’illuminazione che utilizzo per la maggior parte del mio lavoro è ispirata ad alcuni maestri. L’uso insaturo dei colori e di alcuni schemi cromatici e monocromatici è qualcosa che scopro in molti dipinti antichi, riportandoli poi in alcuni dei fotogrammi di natura morta».
Ti definiresti un food photographer? «Anche se in ogni scatto si ritrova del cibo, collocherei il mio impegno professionale in un genere più concettuale come lo still life. Tutto inizia da un’idea o da un concetto. Non sempre siamo di fronte a del cibo che chiede di essere mangiato. In passato ho realizzato delle composizioni con verdure germogliate e marce, il che non sembra la cosa più deliziosa che si vorrebbe vedere nella fotografia di food».
Hai fatto del tuo lavoro qualcosa di più di un mestiere, rendendo la tua fotografia un’espressione artistica. «Il lavoro commerciale tende a divenire ben presto un terreno arido. Diversamente, ho bisogno di alimentare continuamente la mia creatività. Prima era la pittura e il disegno, ora è la fotografia. Il mezzo digitale non ha limiti. Di fronte a me ho una tela digitale sulla quale posso sperimentare, mescolando i vari colori proprio come se stessi lavorando con una tecnica pittorica. Il desiderio è di rendere le mie immagini capaci di affascinare il lettore la pari di altre opere d’arte».
Melanzan. Wesley Dombrecht.

Melanzana. Nell’immaginario onirico è simbolo di prosperità, di successo e di buon auspicio. In questo scatto la melanzana è sollevata da terra, fluttua come se fosse in un sogno, libera da vincoli e limiti.


Ogni scatto finale è preceduto da un impegno dedicato alla ricerca. In queste immagini appare chiaro il tempo della progettazione. «Tutto inizia con dei test che includono la creazione di sfondi e l’installazione di una corretta illuminazione. A volte ho la necessità di costruire dei piccoli set. Solo quando mi ritengo soddisfatto e tutte le pedine mi sembrano giunte al loro posto, posso iniziare a scattare. Per lo più realizzo diversi fotogrammi per poi unirli a strati, uno sopra l’altro, con un software di editing. Modificate le immagini, le invio successivamente al laboratorio per un test di stampa e per apportare gli ultimi ritocchi. L’intero processo può richiedere anche tre settimane».
di Sonia De Girolamo

Wesley Dombrecht

Wesley Dombrecht

Wesley Dombrecht (1979) trascorre la sua infanzia nelle Fiandre e cresce all’interno di una famiglia amante dell’arte. L’interesse per la fotografia inizia in giovane età parallelamente alla sua passione per la cucina e il cibo. Ha iniziato la sua carriera come chef professionista freelance nei Paesi Bassi. Lavorando per qualche anno con delle aziende alimentari commerciali, ha potuto collaborare anche in ambito fotografico. Ha fondato il suo studio in Belgio (FoodShot) approfondendo il lato artistico della food photography.
http://www.foodshot.be

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