In “Via di Fuga a Mare” Tina Cosmai ci guida lungo un itinerario, immaginario e malinconico il cui il tempo sembra sospeso.

26 Agosto 2022 di Redazione Redazione

Un candore onirico accarezza lo sguardo. Così le delicate fotografie di Via di Fuga a Mare incontrano i nostri sensi in un viaggio che Tina Cosmai ci invita a intraprendere tra le fila della sua luce silenziosa.

In questo itinerario, immaginario e malinconico, il tempo si sospende dipanandosi alla vista di ogni scatto dove il mare, bussola perturbante e distopica, guida la rotta bianca dei sogni d’infinito che sono stati e che saranno.

di Fabiola Di Maggio

Tina Cosmai: la malinconia del mare

Il mare è uno degli archetipi più potenti e profondi dell’immaginario collettivo. È simbolo dell’inconscio, del viaggio, dell’istinto, del cambiamento, dell’infinito, della maternità e della nascita.

Nel libro Via di Fuga a Mare di Tina Cosmai, edito da Contrasto con un testo critico di Gigliola Foschi, il rivolgersi all’elemento marino è una necessità che attraversa tutti e cinque i progetti che compongono il volume. Questa costante simbolica e iconografica, qui chiaramente trasfigurata, assume proprio delle sfumature diverse con evidenti rimandi a un senso di isolamento, silenzio, distanza, irraggiungibilità, malinconia.

Un contrasto distopico che secondo la poetica dell’autrice non mira a «rappresentare un mondo ideale, ma un universo interiore anche drammatico, dolente. Il dolore è una risorsa, è vita, come il mare. Nasciamo nel dolore e con dolore; esso è qualcosa di imprescindibile dalla nostra vita».

«La solitudine, il silenzio, la distanza ma soprattutto l’assenza, sono sì segnali di sofferenza ma anche di riflessione e di crescita. C’è poesia nel dolore, passione. C’è la nostra dimensione finita che noi vorremmo infinita, come un mare senza orizzonte, qualcosa che si fonde con il cielo, la tensione massima dell’esistenza che però è pura utopia perché l’infinito non ci appartiene. Oltre la dimensione finita c’è il nulla, il vuoto, ecco perché è un narrare distopico».

Immagini-limite tra leggerezza e malinconia

Via di Fuga a Mare è un manifesto della condizione umana e ambientale contemporanea giocata tra la corsa cieca, annientatrice, del progresso e la volontà di garantirsi oasi di pace, di equilibrio, in luoghi che già vengono a mancare. Si tratta, come scrive Gigliola Foschi, di «immagini-limite, immagini intime dove la leggerezza si coniuga con la malinconia, la realtà con la rêverie».

[…]

Da una lettura d’insieme dei progetti analizzati risulta evidente una declinazione del tempo e dello spazio nei termini di memoria, presenza e proiezione. Una narrazione fotografica che approfondisce significativamente il rapporto tra l’uomo e il paesaggio, in un circuito spazio-temporale che si staglia su prospettive antropologiche dialettiche: vicino/lontano, particolare/universale, individuale/collettivo.

Questa particolare visione della realtà, candida eppure inquietante, magica e malinconica al contempo, è segnata da alcuni elementi fondamentali che sono la cifra stilistica dell’autrice: delicatezza, leggerezza e poesia.

Poesia quale «luogo del nulla» afferma riprendendo Alda Merini. Poesia come forza, vita vissuta, sentimento, senso della realtà. Urlo del pensiero, come quando si genera un figlio.

Leggi la recensione completa di Fabiola Di Maggio e scopri tutte le immagini di Tina Cosmai su IL FOTOGRAFO 337

Info

Tina Cosmai

Via di Fuga a Mare
Tina Cosmai
Contrasto
96 pagine
25 euro

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