4 Ottobre 2021 di Redazione Redazione

Grazie alle più recenti tecnologie wireless, possiamo separare il flash dal corpo macchina. Ecco come fare e quali sono i vantaggi…

Tutto sul flash radiocomandato

È vero, il flash sul corpo macchina può illuminare la scena, ma è improbabile che metta in bella luce le nostre foto… Che sia il flash incorporato o un’unità esterna montata sulla slitta, produce un lampo molto duro e diretto. Inoltre, crea ombre troppo profonde e tende a dare ai soggetti dei ritratti un improbabile aspetto da “cerbiatto con i fari negli occhi”.

Separare il flash dal corpo macchina permette invece di controllare la caduta delle ombre e di introdurre efficaci modificatori che possono addolcire e dare forma alla luce. Ci sono due modi per distanziare il flash dalla fotocamera. Collegarlo via cavo oppure usare un flash wireless. Questa seconda opzione ha molti vantaggi e sta diventando lo standard quando si lavora con più unità esterne.

I sistemi wireless

Bisogna ricordare che i sistemi wireless si compongono di due parti: servono un trasmettitore, o unità “master”, e un ricevitore, o unità “slave”. L’unità master in genere rimane sulla slitta della fotocamera e serve a indicare alle unità slave il momento in cui devono attivarsi.

I sistemi wireless si sono evoluti molto dai primi tempi dei flash ad attivazione ottica. Questi modelli semplici ed economici non facevano altro che scattare quando rilevavano la luce dell’unità flash principale – sono ancora disponibili sul mercato. Oggi, i flash wireless sono a infrarossi o a comando radio ed entrambe le tecnologie offrono molto più controllo sulle unità slave.

I flash a infrarossi usano un raggio di luce IR, sparato dall’unità master per attivare la slave. Di conseguenza, la slave deve poter “vedere” la master, altrimenti non si accende. I flash radiocomandati non soffrono di questo limite e ci danno la libertà di disporre tutte le unità dove vogliamo, a condizione che rimangano nel raggio operativo dell’unità master.

È principalmente per questo che la loro popolarità è cresciuta così rapidamente in questi anni. Non è una tecnologia nuova, ma quello che prima era un sistema stravagante e costoso oggi è sul mercato di massa. Oggi tutti i produttori di fotocamere e flash hanno un proprio sistema ed esiste anche un’ampia gamma di ditte terze.

Controllo wireless ottico

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Posizione dei flash – Il sensore IR delle unità slave deve poter vedere gli infrarossi prodotti dall’unità master, in modo diretto o indiretto (per esempio riflesso da una parete o dal soffitto). Controllo – Possiamo usare un flash oppure un trasmettitore, ma l’unità master deve poter emettere il raggio ottico che attiva le altre unità e questo può limitare la scelta di posizioni di scatto. Testa flessibile – Molti flash permettono di ruotare l’inclinazione della testa, così possiamo puntare la luce sul soggetto mentre il sensore IR resta orientato verso l’unità master. Modificatori – Dobbiamo scegliere modificatori di luce che permettano alla luce IR di raggiungere le unità slave, per esempio softbox che lasciano l’unità flash all’esterno.

Controllo wireless radio

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Libertà – Il controllo via radio non richiede che trasmettitore e ricevitore si vedano. Quindi possiamo disporre le unità flash anche dentro i modificatori o dietro pareti e oggetti. Distanza – Il sistema funziona a distanza maggiore rispetto ai sistemi ottici, così possiamo usare anche focali più lunghe e tenerci più lontani dalle unità remote. Unità master – Possiamo anche usare un flash master compatibile con il comando radio, ma un trasmettitore è più piccolo se leggero. Gruppi – Possiamo usare una o molte unità slave e assegnarle a gruppi per regolare la potenza di ogni gruppo separatamente.

Allestimento flash radio-controllato

In un allestimento radio-controllato, può succedere di dover usare meno unità slave, ma in cambio è possibile disporle in un maggior numero di gruppi o zone. Ogni gruppo può contenere una o più unità, ciascuna identificata da una lettera, e ogni gruppo può essere controllato indipendentemente, anche con variazioni di potenza tra un gruppo e l’altro. Inoltre, esiste la possibilità di selezionare il canale radio su cui lavoriamo, per evitare il rischio di interferenze.

Tutte queste impostazioni vengono fatte dall’unità master sul corpo macchina. Non c’è bisogno che corriamo per tutto il set a regolare ogni unità, insomma! Per fare un esempio pratico: possiamo inserire un flash in un softbox chiuso e poi modificarne la potenza senza dover rimuovere il pannello diffusore.

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