18 Giugno 2021 di Redazione Redazione

Fotografare in manuale può essere una vera sfida! Ma ci può regalare grandi soddisfazioni e farci diventare fotografi migliori. Nell’ultimo appuntamento di questa rubrica parliamo di post-produzione!

Fotografare in manuale #5

Post-produzione manuale

L’approccio manuale può estendersi anche all’elaborazione. Anche in questo campo possiamo scegliere se lasciare che gli automatismi ci semplifichino le cose ma decidano per noi. Oppure se vogliamo il controllo. In questo caso, la scelta è tra JPEG o RAW.

JPEG o RAW

JPEG è la scelta facile. Impostiamo JPEG e la fotocamera decide l’aspetto dell’immagine, applica lo sharpening, definisce lo spazio colore, migliora saturazione e contrasto. Tuttavia, elimina i dati che non utilizza. In RAW, queste informazioni sono conservate (e infatti i file RAW pesano molto di più) e affidate al nostro controllo.

Allo scatto, i JPEG appaiono spesso più piacevoli dei RAW, semplicemente perché sono già elaborati. Sono il prodotto finito, pronto per essere presentato al mondo. I file RAW sembrano invece più spenti, a volte piatti. È intenzionale! Ci si aspetta, infatti, che chi scatta in RAW voglia controllare l’aspetto degli scatti in prima persona. Il file RAW è solo il punto di partenza. Quando impostiamo il formato RAW, prendiamo l’impegno di dedicare tempo all’editing.

RAW significa scelta

Perché scegliere il formato RAW? Un file RAW non ha più pixel, non è di per sé più “professionale”, non offre necessariamente una qualità superiore. Quello che offre è maggiore margine di manovra, e non è poco! Ci permette di scegliere tra una più ampia serie di possibili aspetti.

manuale

Questa libertà è evidente soprattutto nella gamma dinamica, più estesa di quella di un JPEG. L’immagine ha più dettagli nelle luci e nelle ombre. Possiamo recuperare scatti bruciati o sottoesposti, ma anche riequilibrare il contrasto, salvare il delicato dettaglio di un cielo o aprire le ombre.

Soprattutto per i paesaggi, è una libertà preziosissima. Ma tutti i generi possono approfittare di queste possibilità, dal macro alla fotografia di architettura.

Controllo del colore manuale

La libertà del RAW non si ferma alla gamma dinamica. I JPEG sono file a 8 bit, mentre i RAW arrivano a 12 o 14 bit (a seconda della fotocamera, a vantaggio naturalmente dei modelli più costosi). Sono un mucchio di dati in più sul colore e questo fa sì che possiamo impostare bilanciamento del bianco e spazio colore dopo lo scatto.

Significa anche che possiamo spingere il contrasto molto più in là prima di introdurre fastidiosi artefatti digitali. Soprattutto, se usiamo un Picture Control, questo non viene “salvato” nell’immagine, ma possiamo cambiarlo o provarne altri in fase di elaborazione.

Tutto questo significa passare più tempo davanti allo schermo del computer. Ma vuol dire anche avere il pieno controllo sull’aspetto delle nostre immagini!

 

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