15 Settembre 2021 di Redazione Redazione

Anche la prospettiva, oltre alla lunghezza focale, ha un ruolo fondamentale nel determinare la porzione di scena che è possibile includere in un’inquadratura. Ecco tutto quello che devi sapere per gestire al meglio questo aspetto della tua fotografia.

Altri tipi di prospettiva

Forzare la prospettiva è un modo divertente di giocare con scala e proporzioni e far sembrare gli elementi di un’immagine più piccoli o più grandi di quanto siano in realtà. È una tecnica facile. Non richiede niente più che scegliere una posizione di scatto e usare una lunghezza focale che porti sullo stesso piano gli oggetti di primo piano e sfondo (foto in alto).

Un tele fa apparire più grandi gli oggetti lontani, mentre una focale corta li rimpicciolisce. Con un posizionamento attento, possiamo ridurre una grande struttura alla taglia di una figura umana (è il classico gioco delle foto ricordo dei turisti che reggono la torre di Pisa) oppure ingigantire un piccolo dettaglio.

prospettiva

La prospettiva “aerea” o “atmosferica” (qui sopra) è usata comunemente in pittura per rendere il senso della profondità nei paesaggi. Si chiarisce che determinati elementi sono lontani rendendoli più chiari e virati all’azzurro. È un effetto che possiamo applicare anche in fotografia, scattando nelle giornate di nebbia o foschia.

Lunghezze focali…  e problemi!

Ci sono specifiche difficoltà di cui tenere conto. Partiamo dalle ottiche grandangolari.

Composizione: attenzione ai bordi!

È facile che rami, pali della luce o altri ospiti indesiderati si insinuino ai margini di un’inquadratura grandangolare. Prima di scattare, facciamo sempre scorrere lo sguardo lungo i bordi dell’immagine nel mirino o a schermo. Se necessario, zoomiamo leggermente per ampliare il quadro e vedere più facilmente gli intrusi.

Filtri: occhio alla vignettatura!

prospettiva

Alcuni obiettivi ultragrandangolari coprono un angolo di campo talmente vasto che riescono persino a includere i bordi dei filtri montati! Abbiamo diverse opzioni. Possiamo usare filtri dal profilo più sottile, rimuovere il filtro stesso, stringere leggermente (se abbiamo montato uno zoom). Oppure clonare via gli angoli scuri via software in post-produzione.

Gestiamo riflessi ed effetto fantasma

I paraluce dei grandangoli non sono efficaci quanto quelli dei tele. D’altra parte non possono essere molto profondi, per non finire dentro l’inquadratura. Di conseguenza, le loro performance sono spesso modeste. Per prevenire il riverbero, diventa più importante assicurarci che la lente frontale sia maniacalmente pulita e può essere utile farle ombra con la mano, per proteggerla dalla luce indiretta, sempre con molta attenzione a non essere inquadrati.

E con i teleobiettivi?

Profondità di campo limitata

Appena ci avviciniamo al soggetto sfruttando una lunga focale, la profondità di scatto diventa sottilissima, soprattutto a diaframma aperto. Può dare molto risalto al soggetto, ma evidenzia ogni minimo errore di messa a fuoco! La soluzione è selezionare un singolo punto AF e farlo coincidere con il dettaglio più importante.

Mosso allo scatto e stabilizzatore

I teleobiettivi tendono a essere grossi e ingombranti, difficili da tenere stabili a mano libera, e hanno un angolo di campo così limitato da ingrandire ed evidenziare ogni vibrazione. La stabilizzazione aiuta, ma può essere necessario anche alzare il livello ISO o aprire il diaframma per accedere a un tempo di posa più veloce. In alternativa, c’è sempre il treppiede…

Foschia, nebbia e previsioni meteo

Quando fa caldo, le lunghe focali amplificano l’effetto della foschia e del vapore in sospensione, che possono influenzare la prestazione dell’autofocus e portare a immagini morbide e poco definite. Possiamo ripristinare il contrasto con un filtro digitale per la rimozione della foschia (molto efficace quello di Camera Raw / Lightroom), mentre non è possibile recuperare nitidezza. Se possibile, è meglio catturare il soggetto da più vicino.

 

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