Usare il flash, a volte, può essere complicato. E portare a risultati insoddisfacenti. In questa rubrica, faremo luce una volta per tutte sull’uso del flash incorporato o di un’unità esterna. E in breve il flash non avrà più segreti.
Oggi vediamo come funziona il flash e che cos’è il tempo di sincronizzazione.
Come funziona?
Il flash emette un lampo velocissimo. Quando usiamo solo il flash per illuminare la scena, quindi, è la sua durata a rappresentare – di fatto – la lunghezza effettiva dell’esposizione piuttosto che il tempo per cui l’otturatore rimane aperto. Ciò non significa però che il tempo di posa possa essere del tutto ignorato, perché il tempo di sincronizzazione può rivelarsi un limite quando scattiamo in condizioni di luce difficili e con tempi veloci. Per impostazione predefinita, il flash si attiva appena la prima tendina si è aperta, ma è possibile impostarlo anche perché spari il lampo un attimo prima della chiusura della seconda tendina.
Usare il flash: il tempo di sincronizzazione
Quando attiviamo l’otturatore premendo il pulsante di scatto, la prima tendina si apre per consentire l’esposizione del sensore e la seconda si chiude per concludere l’operazione. Durante le esposizioni veloci, l’otturatore non è mai del tutto aperto perché la seconda tendina segue la prima in rapidissima successione. Per questo con il flash c’è un tempo di posa oltre il quale non si può accorciare l’esposizione. È il tempo “di sincronizzazione” (o di sync), che rappresenta la massima velocità a cui il flash può ancora sincronizzarsi con l’otturatore.
Impostando tempi più veloci, esponiamo solo una parte dell’immagine, perché la tendina ne oscura l’altra porzione. Alcuni flash offrono una funzione di syncro ad alta velocità (High Speed Sync, HSS) che aggira il problema sparando più lampi durante l’esposizione ma riducendo la potenza massima del flash.
Al tempo di sincronizzazione
Con tempi più veloci