3 Settembre 2021 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Inaugura il 18 settembre al Museo Civico “Castello Ursino” di Catania la mostra Gabriele Basilico. Territori intermedi, che riunisce oltre sessanta immagini inedite del grande fotografo.

A cura di Filippo Maggia, la mostra nasce dalla volontà di riportare l’attenzione su una parte importante della produzione di Gabriele Basilico, sinora rimasta nell’ombra. Si tratta di immagini mai pubblicate né presentate in esposizioni personali o collettive, eseguite dalla metà degli anni Ottanta sino al primo decennio del Duemila.

Gabriele Basilico

Gabriele Basilico, Montecarlo, 2005 – Courtesy Archivio Basilico, Milano

Racconta il curatore: «La selezione delle fotografie che ho fatto rivela un approccio sino a oggi poco indagato all’interno della ricca produzione artistica lasciata da Basilico. I “territori intermedi” sono spazi fisici tangibili con lo sguardo, ma anche spazi mentali, indotti nell’osservatore dai vuoti, dalle assenze determinate da pause e silenzi nella costruzione visuale dell’immagine».

«Lo spessore della luce e la scelta prospettica adottati da Basilico contribuiscono a determinare l’equilibrio formale fra i volumi inducendo a una nuova lettura dell’immagine, attraverso quell’atto di sospensione e contemplazione molte volte sottolineato dallo stesso fotografo come indispensabile nell’osservazione del paesaggio, di qualunque natura esso sia e si presenti».

Il paesaggio e l’uomo

Il paesaggio riveste da sempre un ruolo fondamentale nella ricerca artistica di Gabriele Basilico. Nel 1984, il fotografo riceve l’incarico di partecipare alla Mission Photographique de la DATAR, una grande committenza pubblica voluta dal governo francese per registrare le mutazioni del paesaggio in atto nel Paese transalpino. Un progetto che vide coinvolti ventotto fotografi internazionali tra il 1984 e il 1988.

Sempre nel 1984, Basilico prende parte al progetto e alla mostra Viaggio in Italia, a cura di Luigi Ghirri, ormai considerata come un manifesto della “scuola italiana di paesaggio”. Un tentativo di radunare e organizzare le differenti esperienze dei fotografi italiani intorno al paesaggio.

Gabriele Basilico

Gabriele Basilico, Tra Alba e Barbaresco, 2008 – Courtesy Archivio Basilico, Milano

Osservando e analizzando il paesaggio, Basilico inizia a indagare con sempre maggior insistenza il rapporto fra le opere dell’uomo e lo spazio, quello spazio che occupa piani visivi all’interno dell’immagine sino ad allora poco o quasi mai considerato. Il primo piano, ad esempio, diviene così la pavimentazione stradale o la spiaggia, spesso restituite fotograficamente grazie a una nuova interpretazione della luce, diretta e indiretta, e della natura, dei cieli e degli spazi aperti.

Gabriele Basilico

Dopo la laurea in architettura, si dedica con continuità alla fotografia. Fin dagli esordi, l’identità delle città e i mutamenti in atto nel paesaggio urbano sono i suoi ambiti di ricerca privilegiati. Lo si vede in Milano. Ritratti di fabbriche (1978-80), il primo lavoro dedicato alla periferia industriale.

Nel 1984 è invitato a far parte della Mission Photographique de la DATAR, voluta dal governo francese. Nel 1991 partecipa a un’altra missione fotografica internazionale a Beirut, alla fine di una guerra durata oltre quindici anni.

Gabriele Basilico

Gabriele Basilico, Beirut, 1991 – Courtesy Archivio Basilico, Milano

Considerato un indiscusso maestro della fotografia contemporanea, ha esposto in molti Paesi e ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni internazionali, pubbliche e private.

La mostra

Gabriele Basilico. Territori intermedi è promossa e realizzata da Fondazione OELLE Mediterraneo antico in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico.

Dal 18 settembre 2021 al 6 gennaio 2022. Orari: da lunedì a domenica ore 9-19 (vendita ultimo biglietto un’ora prima della chiusura).

Maggiori informazioni: www.fondazioneoelle.com

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