18 Febbraio 2020 di Redazione Redazione

Inaugura oggi alle Officine Fotografiche di Milano la mostra “The Valley of Shadows” di Camillo Pasquarelli, che racconta e testimonia il dramma della cecità diffusa nella valle del Kashmir, risultato dell’interminabile contesa sul territorio.

The Valley of Shadows: uno spaccato sulla tragica realtà del conflitto in Kashmir

Conclusi gli studi in Scienze Politiche e Antropologia, Carlo Pasquarelli decide di dedicarsi interamente alla fotografia. Oggi realizza principalmente progetti che combinano l’approccio antropologico con i mezzi visivi. Dal 2015 il suo lavoro si è concentrato nella valle del Kashmir, India, dove ha approfondito ed esplorato la nozione di memoria, di religione, di aspirazioni politiche e, soprattutto, di conflitto, portando a galla una realtà tragica documentata negli scatti oggi esposti a Milano.
La valle del Kashmir, contesa da India e Pakistan dal 1947, è una delle zone più militarizzate al mondo. Nel 2010 il governo indiano ha dotato le forze di sicurezza,  di una nuova arma, i fucili a piombini.  Considerati “non- letali”, i fucili a piombini dovrebbero essere puntati verso la parte inferiore del corpo.
L’8 luglio 2016 il giovane comandante Burhan Wani del gruppo armato kashmiro Hizbul-e-Mujahideen è stato ucciso in un scontro con l’esercito indiano.  Wani era molto popolare, soprattutto tra i giovani, grazie all’utilizzo dei social network per diffondere il suo messaggio. L’accaduto ha rappresentato quindi una scintilla che incendiato l’intera valle, a cui il governo indiano ha risposto con un coprifuoco di ben quattro mesi. Centinaia di ragazzi hanno riempito le strade del Kashmir per protestare contro “l’occupazione indiana”, scagliando pietre contro l’esercito e la polizia, che ha risposto utilizzando in maniera massiccia i fucili a piombini.
Secondo un report delle Nazioni Unite pubblicato nel 2018, l’utilizzo di tale arma ha causato la cecità di 1000 persone e decine di morti. Ma i danni sono innumerevoli. Per i giovani che hanno perso solo parzialmente la vista, la lettura diventa troppo difficoltosa e la conseguenza inevitabile è abbandonare gli studi e ogni possibilità di ottenere un buon livello d’istruzione. Gli uomini rimasti completamente senza vista non possono più prendersi cura delle proprie famiglie. Le vittime, che portano dentro i loro corpi dozzine di microproiettili di piombo, è probabile debbano affrontare conseguenze mediche a lungo termine. Quelle rimaste totalmente o parzialmente non vedenti, parlano dell’oscurità che è discesa sulle loro vite e di come, ormai, siano in grado di vedere solo ombre indistinte muoversi intorno a loro.

Info sulla mostra

Inaugurazione: Martedì 18 febbraio, ore 19.00
In mostra dal 19 febbraio al 6 marzo 2020
Orario di visita: lunedì-giovedì ore 14-20 ; venerdì ore 10-17. (Sabato e domenica chiuso)

Lascia un commento

qui