23 Novembre 2016 di Redazione Redazione

O Sirte o morte. Qualcosa vorrà dire se lo Stato islamico, che da mesi combatte sull’ultimo bastione in Libia, chiama in codice le sue autobombe col più arrogante dei nomi: dogma.



Ogni credo si fonda sulla presunzione d’infallibilità: nell’indiscutibile fallimento d’una primavera araba e laica, che cosa c’è di meglio d’una Toyota al tritolo per ammazzare tutti i dubbi? Da Tripoli a Bengasi, quello che chiamavamo lo Scatolone di Sabbia è diventato una polvere esplosiva che nessuno spazza via, anzi: tre governi, due parlamenti, decine di milizie, venticinque milioni d’armi nelle mani di sei milioni d’abitanti, centinaia di miliardi di dollari inghiottiti nei conti esteri dei Gheddafi, i pozzi neri del gas e del petrolio che alla fine sono l’unico dogma da violare davvero.
Mai fidarsi delle verità di facciata, soprattutto se si tratta d’arrivare a Sirte e uscirne vivi: l’eresia di Gabriele Micalizzi – e in questa mostra “Dogma” si vede – è starci mesi quando non ci sta quasi nessuno. E mangiare e dormire e andare al fronte, e nella paura abbracciarsi, coi miliziani che tentano di riprendere la città. E scovare una guerra nascosta negli stessi luoghi dove, cinque anni fa, moriva il rais e oggi crepano uomini ogni giorno, e con loro la speranza d’una Libia pacificata.



Non si fanno prigionieri, a Sirte, e gli occhi dei prigionieri fotografati ci dicono che lo sanno. Lo sanno anche i giornalisti, che infatti ci vanno poco e malvolentieri. Un giorno, un mortaio ha colpito la macchina di Micalizzi e un cecchino ha mirato su un suo collega. Gabriele è qui a raccontarcelo e Jeroen Oerlemans, col quale si scherzava la sera prima, invece no. O Sirte o morte, il dogma a volte tira a sorte.
Francesco Battistini


Gabriele Micalizzi è un fotogiornalista che utilizza l’immagine come veicolo per raccontare con una visione autoriale progetti personali a lungo termine, editoriali, news internazionali.
Inizia la sua carriera giovanissimo, subito dopo il Diploma in Maestro d’arte (ISA), presso l’Agenzia Newpress copre la cronaca di Milano nel 2004/5. Nel 2006 frequenta la scuola d’Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano specializzandosi come illustratore. Nel 2008 Fonda il progetto Cesuralab sotto la direzione artistica di Alex Majoli. Nel 2010 documenta le proteste delle “Camicie Rosse” a Bangkok. Dal 2011 copre gli avvenimenti legati alla “Primavera Araba” in Tunisia,Egitto,Libia. Nel 2012/2013 Gabriele continua a documentare le tensioni del Medio Oriente a Gaza e Istanbul, inoltre lavora sulla crisi economica in Grecia. Nel 2014 ritorna nella striscia di Gaza e racconta in esclusiva la battaglia del Generale Haftar contro le milizie islamiche. porta avanti dal 2008 una documentazione a 360° sull’ Italia, concentrandosi sulla decadenza del paese e la crisi d’identità’ che lo contamina.
Collabora con giornali e riviste nazionali e internazionali quali: New York Times, New York Times Magazine,Herald Tribune, New Yorker, Newsweek,Stern,Corriere Della Sera, Espresso, DRepubblica, Repubblica, Internazionale, Panorama, Sportweek, Wall Street Journal.



Gabriele Micalizzi “Dogma”
Leica Galerie & Store Milano, Via Mengoni 4
Inaugurazione 24 novembre dalle 18.30
25 novembre – 28 gennaio 2017

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