Le Sale dei Paggi della Reggia di Venaria ospitano la più completa retrospettiva del fotografo americano. L’evento, si compone di oltre 170 immagini in bianco e nero e a colori che mettono in evidenza lo stile elegante, ironico, umano e irriverente di Elliott Erwitt.

19 Novembre 2018 di Vanessa Avatar

Elliott Erwitt Personae: per la prima volta insieme la grande collezione di immagini a colori e le icone in bianco e nero

Fino al 24 febbraio 2019 le Sale dei Paggi della Reggia di Venaria ospitano la più completa retrospettiva del fotografo americano. L’evento, curato da Biba Giacchetti e organizzato da Civita Mostre, si compone di oltre 170 immagini in bianco e nero e a colori che mettono in evidenza lo stile elegante, ironico, umano e irriverente di Elliott Erwitt.

Elliott Erwitt Personae: in mostra alcune delle immagini più celebri

In mostra, alcune delle immagini più celebri realizzate dal “fotografo della commedia umana” – si pensi al celebre California Kiss , al confronto tra Nixon e Khrushchev, ai ritratti di icone del XX secolo come Marilyn Monroe, Che Guevara, Sophia Loren, John Kennedy e Arnold Schwarzenegger –. Il percorso espositivo fa emergere lo sguardo acuto e al tempo stesso pieno di empatia con cui Erwitt vive e racconta la quotidianità: la scelta del titolo, Personae , si riferisce esattamente alla sua adesione alla vita concreta degli individui e, contemporaneamente, a un senso quasi teatrale nel rapporto con il mondo. È proprio dal concetto di maschera che nasce il suo pseudonimo André S. Solidor, il cui acronimo ASS si traduce  dall’inglese con la parola sedere, un personaggio dissacrante e irriverente che si fa beffe del mondo artistico contemporaneo e delle sue contraddizioni, che diverte e allo stesso tempo suscita interessanti riflessioni sul mercato dell’arte.

Khrushchev e Nixon: quando la fotografia è bugiarda

Nel 1959 Erwitt sta lavorando per la Westinghouse che gli commissiona una documentazione dei frigoriferi a Mosca. Mentre si trova nella capitale sovietica, arriva l’allora vice presidente Richard Nixon in visita di stato al segretario dell’URRS Nikita Khrushchev. Erwitt decide di accodarsi agli addetti stampa e ha la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, riuscendo a scattare una delle foto più celebri e allo stesso tempo travisate nella storia della fotografia. La posa dei due soggetti e il punto di vista particolare dà chiara evidenza al dito di Nixon puntato sul petto di Khrushchev. L’abilità del fotografo si comprende nell’aver colto il momento e gli elementi utili per la riuscita e il successo di quella immagine che sembra essere l’icona dello scontro tra le due superpotenze mondiali – siamo in piena Guerra Fredda –. La minaccia invece è apparente: la fotografia scattata da Erwitt non è altro che un’interpretazione completamente estrapolata dal suo contesto, in cui il dialogo tra i due soggetti appare sereno, disteso e addirittura scherzoso.

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