Fino al 23 febbraio 2020, Cascina Roma Fotografia a San Donato Milanese (MI) ospita le immagini vincitrici del Premio Internazionale di Fotogiornalismo Andrei Stenin, dedicato alla memoria del giovane fotoreporter russo ucciso sul campo in Ucraina nel 2014. Oltre 80 gli scatti esposti, selezionati attraverso 6.000 candidature provenienti da 80 nazioni: un record, come sottolineato dalla coordinatrice del concorso, Oxana Oleinik (qui la nostra video-intervista).
Premio Andrei Stenin: vince l’italiano Gabriele Cecconi
Il premio maggiore del concorso, il Grand Prix, è andato al fotografo italiano Gabriele Cecconi per la serie I miserabili e la terra, progetto dedicato alle conseguenze che le grandi migrazioni – come quella dei Rohingya in Bangladesh – hanno sull’ambiente e sulle popolazioni che ospitano i migranti. Parlando della sua partecipazione al concorso, Cecconi ha commentato: «È un privilegio avere la possibilità di gareggiare con altri fotografi di talento, nel ricordo del nostro giovane collega che morì svolgendo il dovere professionale. La sua memoria ci plasma, mentre questo concorso aiuta a conservare l’immagine della brillante personalità di Andrei Stenin e a continuare il suo sforzo, grazie alle opere dei concorrenti. Spero che questa vittoria dia la possibilità di portare la mia storia al maggior numero possibile di persone, storia raccontata sia da testimone oculare sia da commentatore. In fondo, il nostro dovere consiste proprio nel comunicare con le persone».
Premio Andrei Stenin: le immagini in mostra
Il tema dei profughi e della migrazione è stato analizzato come uno dei fenomeni più struggenti del mondo contemporaneo e ha permeato l’intera edizione del concorso. Nella categoria “Notizie principali” hanno meritato il primo posto lo scatto del fotografo francese di origine siriana Sameer Al-Doumy, Da un conflitto all’altro, in cui si vede un uomo che stringe a sé una bambina ferita dopo un’incursione aerea su Damasco, e la cronaca fotografica di speranza e disperazione dei profughi dell’America Centrale nella città messicana di Tijuana, al confine con gli USA, La carovana dei migranti, di Kitra Cahana. La fotografia Dissezione di Justin Sullivan, che ritrae un elefante smembrato dai bracconieri in cerca di avorio in Botswana, è stata nominata migliore opera singola nella categoria “Il mio pianeta”. In questa categoria, in qualità di serie ha vinto La mia Jacuzia, del russo Alexei Vasilyev. Nella categoria “Sport” sono stati giudicati come i migliori lo scatto che immortala il momento di una partita di pallanuoto, Colpo decisivo di Ayanava Sil, e la serie Olimpiadi solitarie del russo Alexei Filippov, cronaca del trionfo esistenziale sui propri limiti ottenuto dai biatleti durante le gare. Nella categoria “Ritratto. Un eroe del nostro tempo” hanno vinto Francis Rousseau con Le donne di Arugam Bay, che racconta la lotta pacifica delle donne per la libertà in Sri Lanka, e Mushfiqul Alam con Una storia di tormenti, serie dedicata alle donne del popolo rohingya, vittime di violenza. La categoria “Ispirazione” è stata vinta dalla foto in bianco e nero di Andrea Alai “Ammaliata”, sulla coraggiosa bimba di nove anni Yasa, di Donetsk, che lotta contro la terribile sindrome di Crouzon.
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Info cascinaromafotografia.it