25 Ottobre 2019 di Vanessa Avatar

Novembre 1913: a West, in Texas, il sociologo e fotografo Lewis Wickes Hine (1874-1940) immortala un gruppo di lavoratrici in un cotonificio. Scrive l’autore: “Due di loro sono sotto l’età legale. Una ha dodici anni e l’altra ha quattordici anni secondo il loro Registro di Famiglia. Molto analfabetismo qui”. Anticipando di due decenni il lavoro dei fotografi – su tutti Dorothea Lange – che documentarono le conseguenze della Grande Depressione e del New Deal del presidente Roosevelt, Hine utilizza la macchina fotografica come strumento di denuncia sociale. Il suo sguardo si concentra sulle condizioni di vita e di lavoro dei figli delle classi sociali più povere e degli immigrati (per lo più europei, tra cui tantissimi italiani) negli Stati Uniti dei primi anni del Novecento. “Strilloni”, come quello ritratto nel novembre del 1912 a Jersey City, nel New Jersey, lustrascarpe, magliaie… ragazzi e ragazze costretti a crescere troppo in fretta, spesso spinti dalla povertà a rubare e delinquere. Fino al 25 gennaio, la Casa di Vetro di Milano rende omaggio al lavoro del fotografo statunitense con la mostra Lewis W. Hine. American Kids che raccoglie le più belle fotografie, molte delle quali poco conosciute, della collezione della National Child Labour Committee conservata negli archivi della Library of Congress. Curata da Alessandro Luigi Perna, l’esposizione fa parte di History & Photography, progetto volto alla valorizzazione e fruizione degli archivi fotografici storici
 

Questo e molto altro sul nuovo numero di PhotoProfessional, in edicola dal 25 ottobre e disponibile online 

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