5 Giugno 2021 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

È  il 1975 quando Luigi Ghirri varca per la prima volta le porte dell’azienda Marazzi, fondata a Sassuolo nel 1935 da Filippo Marazzi. Marazzi è un’azienda leader nel settore della ceramica grazie al brevetto della monocottura. Ha aperto filiali in Francia e Spagna, fa disegnare le sue piastrelle da artisti e stilisti. Di lì a poco inaugurerà un laboratorio di ricerca, il Crogiòlo, in cui artisti, designer, fotografi, architetti sono liberi di sperimentare.

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Luigi Ghirri. The Marazzi Years 1975 – 1985 © Eredi Luigi Ghirri, Courtesy Marazzi Ceramiche

Dall’incontro tra l’azienda e il fotografo nasce Portfolio Marazzi, un progetto di ricerca fotografica in cui Luigi Ghirri coinvolge i fotografi John Batho, Cuchi White e Charles Traub per interpretare le nuove collezioni e i brevetti. Immagini che da allora sono state conservate nell’archivio aziendale: un corpus di opere quasi totalmente inedito di foto e stampe in edizione limitata per lo più mai esposte o pubblicate.

Luigi Ghirri: The Marazzi Years 1975 – 1985

Oggi, grazie all’impegno di Marazzi e alla collaborazione con l’Archivio Eredi Luigi Ghirri questo corpus è al centro di un’importante operazione di valorizzazione. Il risultato di questo lavoro di recupero è Luigi Ghirri. The Marazzi Years 1975 – 1985, un prezioso volume non destinato alla vendita che raccoglie una selezione di trenta fotografie realizzate dall’artista, accompagnate da testi dello scrittore Cosimo Bizzarri e del critico fotografico e curatore Francesco Zanot.

Per rendere accessibile questo importante patrimonio, le immagini sono confluite nel sito www.ghirri.marazzi.it. Il sito sarà progressivamente arricchito con apparati, testi e informazioni sulle iniziative che verranno organizzate nel tempo.

Infine, gli scatti potranno essere ammirati presso i Musei Civici di Reggio Emilia fino al 4 luglio 2021 nell’ambito di Fotografia Europea.

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Luigi Ghirri. The Marazzi Years 1975 – 1985 © Eredi Luigi Ghirri, Courtesy Marazzi Ceramiche

«Essere riusciti a creare un solido e appassionato sodalizio con un artista così sensibile, peculiare, attento alla materia come Luigi Ghirri è una ragione di orgoglio per tutta l’azienda», sottolinea l’AD di Marazzi Mauro Vandini. «Mi fa piacere che in qualche modo questo sodalizio continui e sia oggi portato alla conoscenza di tutti gli amanti della fotografia e della creatività. Ringrazio soprattutto l’Archivio e Adele Ghirri per il prezioso supporto ricevuto per questo progetto».

Le stanze della memoria

“La ceramica ha una storia che si perde nella notte dei tempi”, scrive Luigi Ghirri a proposito del suo lavoro. “È sempre stata un ‘oggetto’ su cui si vengono a posare altri oggetti: i mobili, i gesti, le immagini, le ombre delle persone che abitano quegli spazi”.

“Realizzando queste immagini, ho ripensato a tutto questo e ho cercato di ricostruire, con l’aiuto di superfici di diversi colori, nella sovrapposizione degli oggetti e delle immagini, uno spazio che, invece di essere lo spazio fisico e misurabile di una stanza, fosse l’idea dello spazio mentale di un momento, di una sovrapposizione che può prodursi o si produce, in una delle numerose stanze riscoperte grazie a queste superfici. Questo lavoro, al di là di altri significati, è la ricostruzione di alcune stanze della mia memoria”.

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