27 Agosto 2018 di Vanessa Avatar

Mostra delle fotografie realizzate con i detenuti fotografi della Casa Circondariale di Ferrara. Un progetto di Cristiano Lega 

“Gli uomini devono sapere che da niente altro se non dal cervello deriva la gioia, il piacere, il dolore, il pianto e la pena. Attraverso esso noi acquistiamo la conoscenza e le capacita critiche, e vediamo e udiamo e distinguiamo il giusto dall’errato” (Ippocrate). Quel cervello è stato approfondito e quelle emozioni sono state attribuite al sistema Limbico. La scelta della forma espressiva del ritratto non è casuale: il ritratto è spesso manifestazione dei propri pensieri e specchio privilegiato di sentimenti individuali e collettivi. Fare un ritratto o farci un ritratto svela il nostro modo di guardare agli altri e a sé stessi, mettendo in gioco la sensibilità e la cultura di chi lo realizza. Si tratta di un lavoro che richiede tempo e perizia tecnica, in controtendenza in un mondo di selfie e scatti veloci che immortalano persone e luoghi quasi sempre tenendo conto dell’ immediato senza alcun approfondimento.

Laboratorio con i detenuti del carcere di massima sicurezza di Ferrara

Ne è nato un lavoro fotografico a più mani dove i detenuti, nei sei mesi di laboratorio, si ritraggono attraverso fotografie realizzate direttamente da loro e tra di loro (scatti ed autoscatti), diventando al tempo stesso fotografi e modelli. L’aula del carcere si trasforma in uno studio fotografico dove poter esprimere liberamente le proprie emozioni. La mostra verrà esposta nei giorni 5 e 6 ottobre all’interno della casa circondariale di Ferrara, e farà parte delle iniziative “La città incontra il carcere”, il cui scopo è di far conoscere alcune fra le diverse attività formative in atto all’interno dell’istituto penitenziario. L’evento fa parte del programma ufficiale del Festival di Internazionale a Ferrara.

Modalità di partecipazione

La mostra verrà esposta nei giorni 5 e 6 ottobre all’interno della casa circondariale di Ferrara, e farà parte delle iniziative “La città incontra il carcere”, il cui scopo è di far conoscere alcune fra le diverse attività formative in atto all’interno dell’istituto penitenziario. L’evento fa parte del programma ufficiale del Festival di Internazionale a Ferrara.

Per visitare la mostra è necessario prenotarsi entro il 5 settembre 2018.

Sarà possibile accedere il 5 ottobre, con ingresso gratuito, partecipando a “La città incontra il carcere”; è obbligatorio prenotarsi entro il 5 settembre 2018, inviando una e-mail a info@giornaleastrolabio.it indicando: nome e cognome, luogo e data di nascita ed allegando la scansione della carta di identità. L’elenco delle iniziative dell’evento “La città incontra il carcere” è disponibile qui: http://www.giornaleastrolabio.it/notizie/50/la-citta-incontra-il-carcere.html#null Sarà inoltre possibile accedere anche il 6 ottobre, partecipando allo spettacolo teatrale “Ascesa e caduta degli UBU”, prodotto da Teatro Nucleo, e con gli attori della Casa Circondariale di Ferrara. I dettagli sullo spettacolo sono disponibili quihttp://www.teatronucleo.org/610-ascesa-e-caduta-degli-ubu-co-casa-circondariale-di-ferrara/.


Per partecipare allo spettacolo teatrale, è necessario prenotarsi entro il 5 settembre 2018, inviando una email a teatroccferrara@gmail.com indicando: nome e cognome, luogo e data di nascita ed allegando la scansione della carta di identità. Posto Unico, biglietto di partecipazione allo spettacolo di 10 euro. Si ricorda che l’ingresso alla Casa Circondariale è consentito ai maggiori di 18 anni incensurati e non è permesso ai parenti dei detenuti reclusi nel carcere di Ferrara. Dopo il 5 settembre, insieme alla conferma di accesso all’iniziativa, verrà inviata comunicazione della condotta da tenere, degli oggetti vietati, degli orari di ritrovo e di quelli di ingresso.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Ferrara, e realizzato grazie al supporto e al contributo di Comune di Ferrara, RCE Foto Rovigo e Coop Alleanza 3.0.

 

La strada che ha scelto di intraprendere un giovane fotografo napoletano, Cristiano Lega, passa da una porta, una porta stretta, insignificante e all’apparenza anonima. Questa porta conduce in una dimensione parallela alla nostra, è l’emblema  visibile e tangibile di una netta separazione, quella tra la libertà e la prigionia“.

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